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Pil Italia, tutte le stime del crollo previsto nel 2020
Il Fondo Monetario è il più negativo con un -12,8% nel 2020
Fitch, l’agenzia internazionale di valutazione del rating, ha abbassato per il 2020 la previsione di crescita del Pil italiano a -10%, dalla precedente stima di -9,5%. È previsto anche un forte calo nei consumi privati che, a fine anno, si contrarranno del 9,8%. L’Istat, invece, è un po’ meno pessimista: nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana segnala che la caduta del Prodotto interno lordo italiano del secondo trimestre è associata a estesi segnali di ripresa emersi, da maggio, per la produzione industriale e da giugno per i nuovi ordinativi della manifattura e per le esportazioni.
È il caso, però, di fare ordine tra tutte le previsioni fatte su quello che sarà l’anno peggiore della storia italiana dal punto di vista economico dal Dopoguerra. Il crollo previsto del Pil farà impallidire anche quello subito nel 2009, e che credevamo eccezionale. Dopo le prime previsioni della primavera, a livello nazionale e internazionale, sono state effettuate altre stime nel corso dell’estate, che presentano ancora alcune discordanze.
È il Fondo Monetario Internazionale il più pessimista, nell’aggiornamento di giugno alle previsioni annue di aprile ha abbassato la stima sulla riduzione del Pil, che vede in crollo del 12,8% quest’anno rispetto al -9,1% precedente. In compenso migliora, e non di poco, l’aumento previsto per il 2020, che passa dal 4,8% al 6,3%. Nel 2020 per il FMI ce la caveremo peggio di Francia, per cui il calo dovrebbe essere del 12,5%, e Germania, a -7,8%, e allo stesso identico modo della Spagna.
Anche la Commissione Europea vede un calo superiore al 10%, dell’11,2%. Nel suo Summer Report rivede al ribasso le stime per il 2020 a un 11,2%, ben peggio del -9,5% della primavera, ma in compenso segnala un aumento del Pil più sostenuto della media per il 2021, del 6,1%. La UE rileva che il rimbalzo tecnico dovrebbe diventare dal terzo trimestre 2020 una vera e propria ripresa, trainata dagli investimenti pubblici.
Altri predicono un calo più limitato. Innanzitutto Standard & Poor’s e Fitch che si sono allineati tra loro quest’estate con previsioni di una contrazione del 9,5%, quindi inferiore in questo caso al 10%. Nel primo caso vi è un miglioramento della stima precedente del 9,9%, nel secondo invece un peggioramento, visto che Fitch in primavera vedeva una diminuzione del PIL dell’8%.
Tra loro differiscono nelle previsioni sulla ripresa. Per Standard & Poor’s sarà del 5,3%, superiore a quella stimata da Fitch, del 4,4%, ma inferiore a quella francese, del 6,8% come in Spagna, a dispetto di una recessione invece di uguale magnitudo.
A essere più ottimisti Istat e governo italiano. L‘Istata a fine giugno preconizzava una diminuzione del PIL dell’8,3%, seguita da un rimbalzo del 4,6%. Sono chiaramente gli investimenti, visti in crollo del 12,5%, ad abbattere il Prodotto Interno Lordo, ancora più della domanda interna, che in ogni caso dovrebbe scendere del 7,2%. L’aumento del 2021 secondo l’Istituto di Statistica sarà del 4,4%, trainata anche in questo caso dagli investimenti stessi
Il governo nel Def del resto riteneva che ci sarebbe stato un calo analogo, dell’8%, cui seguirà una crescita del 4,7% nel 2021. Su queste basi l’annuncio del ministro dell’Economia Gualtieri, che ha recentemente affermato che il terzo trimestre dovrebbe essere meglio del previsto e che la contrazione potrebbe essere simile a quella già stimata dall’esecutivo in aprile, l’8%, appunto, e diversa dalle profezie molto più nefaste di chi la vede in doppia cifra.
I dati si riferiscono alla primavera-estate del 2020
Fonte: Fmi, Fitch, Standard & Poors, Mef, Istat, Commissione Europea
In collaborazione con Truenumbers
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