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Coronavirus: così Facebook combatte le fake news
Da quando, a gennaio, il Covid-19 è stato dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica globale, in Facebook abbiamo lavorato per mettere in contatto le persone con informazioni ufficiali provenienti dagli esperti sanitari e per evitare che la disinformazione dannosa sul Covid-19 si diffondesse sulle nostre applicazioni. Abbiamo indirizzato oltre 2 miliardi di persone verso le risorse messe a disposizione dall’Oms e da altre autorità sanitarie attraverso il nostro Centro Informazioni sul coronavirus Covid-19 e i pop-up presenti su Facebook e Instagram, su cui hanno cliccato oltre 350 milioni di persone per saperne di più.
Ma collegare le persone a informazioni attendibili è solo una parte della sfida. Fermare la diffusione di notizie false e di contenuti dannosi sul Covid-19 sulle nostre applicazioni è altrettanto fondamentale. Ecco perché lavoriamo con oltre 60 organizzazioni di fact checking che rivedono contenuti in oltre 50 lingue in tutto il mondo. Nell’ultimo mese abbiamo ampliato il programma con l’aggiunta di nuovi partner e lingue. Da inizio marzo, abbiamo aggiunto otto nuovi partner e ampliato la nostra copertura a oltre una dozzina di nuovi paesi. Ad esempio, ora collaboriamo con MyGoPen a Taiwan, Afp e dpa nei Paesi Bassi, Reuters nel Regno Unito e altri. Per sostenere ulteriormente il lavoro dei nostri partner di fact-checking durante questo periodo, abbiamo recentemente annunciato il primo gruppo di beneficiari del nostro programma di sovvenzioni da 1 milione di dollari, in collaborazione con l’International Fact-Checking Network. Abbiamo offerto sostegno economico a 13 organizzazioni di fact-checking in tutto il mondo per la realizzazione di progetti in Italia, Spagna, Colombia, India, Repubblica del Congo e altre nazioni. Altri beneficiari saranno annunciati nelle prossime settimane.
Una volta che un contenuto viene giudicato falso dai fact-checker, ne riduciamo la distribuzione e mostriamo delle etichette di avvertimento per dare più contesto. Sulla base di un fact-check, siamo in grado di attivare metodi di rilevamento delle similitudini che identificano i duplicati di storie già smentite. Ad esempio, durante il mese di marzo, abbiamo mostrato avvisi su circa 40 milioni di post su Facebook, basati su circa 4.000 articoli di analisi ad opera dei nostri partner indipendenti per il fact-checking. In circa il 95% dei casi, quando le persone hanno visualizzato quegli avvisi, non sono andate a vedere il contenuto originale. Ad oggi, abbiamo eliminato centinaia di migliaia di notizie false che potrebbero provocare imminenti danni fisici. Tra gli esempi di disinformazione che abbiamo eliminato ci sono affermazioni dannose come il consumo di candeggina come cura per il virus e teorie che affermano che il distanziamento sociale sia inefficace nella prevenzione della diffusione del virus. Oggi condividiamo alcuni passi aggiuntivi che stiamo facendo per combattere la disinformazione relativa al Covid-19 e per assicurarci che le persone abbiano accesso alle informazioni attendibili di cui hanno bisogno per restare al sicuro.
Stiamo mostrando nuovi messaggi sul News Feed delle persone che hanno fatto like, interagito o commentato contenuti di disinformazione dannosi relativi al Covid-19, che abbiamo poi rimosso. Questi messaggi permetteranno alle persone di consultare i miti su Covid-19 sfatati dall’Oms, compresi quelli che abbiamo rimosso dalla nostra piattaforma perché in grado di causare danni fisici imminenti. Vogliamo connettere le persone che potrebbero aver interagito con informazioni errate e dannose sul virus con la verità proveniente da fonti autorevoli, nel caso in cui vedessero o sentissero di nuovo queste affermazioni fuori da Facebook. Le persone inizieranno a vedere questi messaggi nelle prossime settimane.
Con l’evolversi di questa pandemia, continueremo a concentrarci sui modi più efficaci per tenere fuori dalle nostre app le informazioni errate e le bufale pericolose che circolano su Covid-19 e garantire che le persone abbiano informazioni credibili da parte di esperti sanitari così da poter rimanere al sicuro e informate.
* Guy Rosen è VP Integrity di Facebook