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Daniele Maver (Land Rover): “L’erede del Defender? Arriverà presto”
Lavorare sull’innovazione, attraverso rivoluzioni silenziose in ogni campo, dalla tecnologia al design. È questo secondo Daniele Maver, presidente e a.d. del marchio in Italia, il segreto di Land Rover. Che a 70 anni sembra vivere un’eterna giovinezza
La laurea in Economia e un master alla Bocconi prima, poi un’esperienza nel mondo delle quattro ruote iniziata sotto le insegne della Ford nel 1984, proseguita alla Nissan e sfociata, nel 2007, nell’approdo alla Jaguar-Land Rover, di cui oggi è presidente e a.d.: Daniele Maver, ha un curriculum a prova di bomba ma, forse, non sarebbe riuscito a trovare quasi 30 mila clienti in Italia nel 2017 se non fosse da sempre un appassionato di Risiko.
È come se avesse conquistato la Kamchatka, la chiave di volta che separa la vittoria dalla disfatta nel più popolare gioco da tavolo del pianeta…Bel paragone, ma possiamo fare ancora meglio. Nei primi otto mesi di quest’anno abbiamo consegnato 13.850 auto e siamo in vantaggio di quasi due punti percentuali rispetto al risultato precedente. Nella classifica delle vendite mondiali del gruppo siamo quarti, dopo Cina, Usa e Regno Unito. Un successo che, tra l’altro, ci dà la possibilità di essere più ascoltati quando si decidono le strategie globali.
Land Rover compie 70 anni. Altri marchi storici oggi sanno di muffa e ragnatele. Voi no. Qual è il segreto dell’eterna giovinezza?Essere stati sempre “above and beyond”, ovvero al di sopra e al di là, lavorando nel segno dell’innovazione e compiendo rivoluzioni silenziose sia in campo tecnologico, sia nelle prestazioni sia, ancora, nel design e nel linguaggio stilistico. Non siamo solo riusciti a stare al passo coi tempi ma spesso li abbiamo anticipati. Senza dimenticare che tutte le nostre vetture, dalla dura e pura Defender fino alla sofisticata Range, hanno qualità fuoristradistiche ineguagliabili.
La prima Land era l’anello di congiunzione fra un trattore e un’auto a uso e consumo dei contadini, adesso è un oggetto di lusso. Come e perché è riuscita questa sorprendente trasformazione di immagine?Come spesso accade nelle storie più belle, quando ci si impegna per realizzare qualcosa di unico e autentico che rappresenti senza compromessi la forza di un’idea, il risultato può andare ben oltre le aspettative. Ed è proprio questo che è accaduto quando è stata prodotta la prima Land Rover. Era un’auto vera, non saprei come altro definirla, e proprio per questo motivo negli anni ha saputo affascinare celebrità, uomini di stato, regnanti, campioni sportivi e trend setter per un totale di oltre sette milioni di clienti.
Essere portabandiera del british style a quattro ruote e battere bandiera indiana è un problema?La Britishness resta un elemento distintivo di Land Rover e del nostro gruppo. Continua a differenziarci dalla concorrenza tedesca e ci dà valori unici, forse ineguagliabili. Quindi no, appartenere alla galassia Tata non è un problema.
Però è anche vero che avete delocalizzato, almeno in parte, la produzione. I puristi storcono il naso, come convincerli che in fondo non c’è niente di male?Potrei dire che i risultati ci danno ragione, ma voglio approfondire. Per prima cosa la percentuale di auto costruite in altri Paesi è minima e se tale scelta non viene effettuata a discapito della qualità e del totale rispetto degli standard e dei valori del brand, non credo che questo fatto possa far cambiare idea su Land Rover.
A questo proposito, l’idea di far circolare la voce che la Regina guida una Land è stata geniale…Non scherziamo. Per Queen Elizabeth la gamma Land Rover non è solo una questione di rappresentanza. Nel tempo libero lei guida una Defender nella sua residenza di campagna ed è un’esperta guidatrice di 4×4 avendo seguito anche i nostri corsi di Land Rover Experience.
Sulle strade dell’Himalaya è attiva una flotta di Land Rover anche ultracinquantenni che continua a fare bene il suo lavoro. Oggi, però, i clienti premium in media cambiano auto ogni tre-cinque anni. Ha ancora senso vendere veicoli potenzialmente quasi eterni?Sì, perché credo che la qualità e gli standard di eccellenza di un’auto non debbano essere oggetto di compromessi e prescindano dalle politiche commerciali. Per non perdere credibilità, è fondamentale restare fedeli a se stessi, ai valori di distinzione e unicità del marchio. E poi è grande orgoglio per una Casa sapere che ci sono clienti che hanno nel loro garage vetture storiche che hanno mantenuto inalterato il fascino di un tempo. Quindi ha perfettamente senso avere nella gamma prodotti potenzialmente eterni: rafforzano il Dna del brand e valgono quanto milioni spesi in pubblicità.
State puntando molto sull’elettrica Jaguar I-Pace e sulla Range Rover Ibrida Plug-in. La I-Pace è un bel Suv da 400 cavalli, che accelera da zero a 100 all’ora in quattro secondi, con un’autonomia dichiarata di 480 chilometri. Ma ha senso proporla in Italia dove le colonnine di ricarica sono rarissime? Il problema esiste, inutile negarlo. Se si fa, per esempio, un paragone tra Italia e Olanda il numero delle stazioni di ricarica è in un rapporto di tre a dieci, mentre in Europa siamo a quota 86mila e da noi a un misero 3 mila. Ma mentre compagnie elettriche ed enti locali cominciano a muoversi noi stiamo già correndo.
Che cosa significa, in concreto?Daremo ai nostri clienti Jaguar e Land Rover la wall box, la ricarica casalinga, gratuita, un’app per programmare le trasferte più lunghe con rifornimento di watt presso alberghi e ristoranti e l’E-Angel, un tecnico che aiuterà nelle scelte e nelle pratiche burocratiche: mettere una colonnina in una casa o in un ufficio non è semplice come potrebbe apparire…
Le vetture elettriche uccideranno il mercato delle Diesel?La caccia alle streghe al gasolio mi sembra ingiustificata. I motori più moderni, soprattutto se di cilindrate importanti, sono sobri nei consumi e quasi totalmente puliti nelle emissioni. Alla fine a pagare i vari dieselgate sono i clienti, che vedranno calare il valore del loro usato fino al 30%.
L’ultimo Defender ha lasciato la linea di produzione nel 2016. Sono tantissimi nel mondo gli orfani di questo modello… I 70 anni potrebbero fare il miracolo di farlo rinascere?Stiamo per aprire una nuova pagina di storia con l’erede diretta delle Defender classiche. Quando arriverà? Presto…
Intervista pubblicata su Business People, ottobre 2018
Credits Images:Romano, 61 anni, Daniele Maver è al vertice di Jaguar Land Rover Italia dal 2007. In precedenza ha avuto esperienze nel mondo dell’automotive in Ford e Nissan