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Analytics cuore dell’innovazione, ma alle aziende serve l’uomo
Sei aziende su 10 dichiarano di essere più innovative grazie alla potenza dell’analisi dei dati, ma non basta. Anche perché, in un mondo sovraffollato di idee, il vero valore non è tanto trovare la soluzione, ma scegliere la giusta direzione. Spunti da Analytics Experience 2018
Quasi tre aziende su quattro (il 72%) affermano che l’utilizzo degli analytics hanno contribuito a fornire una visione più approfondita sul business, mentre il 60% dichiara di averle rese più innovative. È quanto emerge dall’indagine Here and Now: The need for an analytics platform, e presentata in occasione di Analytics Experience, il più importante appuntamento internazionale dedicato agli analytics (l’analisi dei dati), tenutosi quest’anno a Milano dal 22 al 24 ottobre.
L’evento, organizzato da Sas, ha registrato ancora una volta il tutto esaurito, chiamando a raccolta oltre 1.400 addetti ai lavori da diverse parti del mondo che hanno potuto farsi ispirare dalle sessioni plenarie del mattino e confrontarsi con esperti del settore nel corso delle sessioni parallele, scoprendo – anche con incontri one-to-one e aree demo, le ultime tecnologie che guidano l’innovazione. Durante le sessione plenarie del 23 e 24 ottobre personaggi del calibro di Oliver Schabenberger di Sas, Giles Hutchins, Roberto Verganti e Anders Indset – i cui interventi, trasmessi anche in diretta streaming globale, potranno essere rivisti prossimamente a questo link – hanno evidenziato ancora una volta come la società stia venendo rivoluzionata dagli analytics: cambiano i business delle aziende, cambiano anche le nostre vite. Oggi, per fare un esempio, le persone sono più propense a gestire la temperatura di casa dallo smartphone che da un termostato e abituate ad analizzare l’andamento della spesa energetica della propria abitazione. Il sistema economico, il mondo del lavoro è destinato a cambiare: l’Intelligenza Artificiale avrà un impatto sul 100% dei lavori e delle professioni, ha sottolineato Schabenberger, vice presidente esecutivo di Sas. Questo, però, non vuol dire che siamo destinati a essere rimpiazzati dai robot (un concetto chiaro per gli addetti ai lavori, meno per chi non ha ancora compreso l’attuale significato di Artificial Intelligence). Tutte le più grandi rivoluzioni industriali hanno stravolto la società e le economie globali, ma il cambiamento è sempre stato positivo: le rivoluzioni industriali hanno sempre portato benefici e nel complesso non si sono persi posti di lavoro.
C’è e ci sarà sicuramente bisogno di un cambio di prospettiva. Ancora oggi, si sottolinea nella già citata indagine di Sas, nonostante il valore riconosciuto degli analytics – per più di un quarto delle società intervistate (27%), hanno aiutato a lanciare nuovi modelli di business – le aziende non ottengono il massimo dai loro investimenti in analisi. Manca una comprensione chiara e comune dei vantaggi di un utilizzo degli analytics all’interno dell’azienda e del ciclo di vita dell’analisi. Illuminante, in tal senso, l’intervento di Vergani, professore di Leadership e Innovazione alla School of Management del Politecnico di Milano: il concetto di innovazione è decisamente cambiato rispetto a pochi anni fa. La società è cambiata, le professioni creative sono sempre più numerose e non si tratta più di un problema di avere nuove idee. L’innovazione è diffusa in ogni angolo della nostra società e gli analytics hanno contribuito ad alimentarla. Citando il premio Pulitzer Annie Dillard – If we are blinded by darkness, we are also blinded by light – Verganti ha sottolineato come se prima, per le aziende, l’ostacolo era produrre innovazione, ora la sfida è saper scegliere la giusta direzione da dare al proprio business: a eccellere non è sempre la soluzione più efficace, ma quella che riesce a trasmettere valore al consumatore. Gli analytics potranno fornire soluzioni alle aziende, ma a scegliere la direzione resta l’uomo.