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Banche mondiali: quattro istituti cinesi nella top 5. Intesa scala 12 posizioni

Al primo posto Icb of China, seguita da China Construction e Agricultural bank of China. Jp Morgan Chase scivola al quarto posto. Bene l’Italia

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Pechino conquista anche il settore bancario. Dopo l’avanzata delle aziende cinesi e la loro diffusione sempre più capillare in Europa e non solo, ora tocca alle banche. La conferma arriva dell’edizione 2018 del focus “Banche internazionali” realizzato da R&S Mediobanca, secondo cui ben quattro sui cinque più grandi gruppi di credito del mondo sono cinesi. Il primo posto spetta, senza grosse sorprese, alla Icb of China che è salita per la prima volta sul podio nel 2016 scavalcando per attivi la statunitense Jp Morgan Chase, oggi scivolata al quarto posto. A distanza di due anni, è ancora più potente: a fine 2017, infatti, il totale attivo di Icb ha raggiunto i 3.343 miliardi di euro, 800 in più rispetto a Jp Morgan. Una differenza che equivale all’incirca agli attivi delle due banche italiane più grandi, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Al secondo posto troviamo China Construction, seguita da Agricultural bank of China. Quinto posto, invece, per Bank og China.

Le altre banche della classifica

Ma perché le banche cinesi sono in così forte ascesa? Secondo gli addetti ai lavori le ragioni sono principalmente due. Innanzitutto, l’aumento del Pil cinese che, pur in rallentamento rispetto agli anni scorsi, nel 2017 è cresciuto del 6,9%, quasi il doppio rispetto al Pil mondiale e il triplo nei confronti di quello americano o europeo. Le banche non fanno altro che “emularlo”. In seconda battuta, non bisogna dimenticare che dopo la crisi, molte banche hanno iniziato a cedere attivi, in tutto il mondo, favorendo l’espansione cinese.Completano la top 10 delle banche più grandi del mondo la giapponese Mitsubishi, l’inglese Hsbc, l’americana Bofa e le francesi Bnp Paribas e Crédit Agricole. Per quanto riguarda l’Italia, c’è da segnalare l’ottima scalata di Intesa Sanpaolo, che compie un balzo notevole: è passata, infatti, dalla 37esima posizione alla 25esima. Merito principalmente dei 50 miliardi di asset provenienti dall’operazione banche venete. Bene anche Unicredit che, con 854 miliardi di attivo, sale dal 24esimo posto al 22esimo.