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Il debito pubblico italiano supera i 2300 miliardi: nessuna proposta per ridurlo
I politici fanno proposte poco ponderate, che mirano ad attirare il consenso momentaneo dei cittadini, ma che non hanno basi per essere realizzate

L’Italia ha ormai raggiunto un debito pubblico “monstre” e mancano le risorse per politiche economiche di largo spettro. Il tempo sembra prossimo alla scadenza, ma per ora nessuno è riuscito a elaborare soluzioni davvero efficaci e fattibili. L’ultimo monito è arrivato pochi giorni fa dal presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, secondo cui . Al momento, però la situazione è disastrosa: il debito è arrivato a oltrepassare i 2.300 miliardi di euro e il 132% del Pil (prodotto interno lordo). Un livello che pregiudica la capacità progettuale di medio e lungo periodo, influisce negativamente sui tassi d’interesse e riduce la stabilità finanziaria complessiva del Paese.
Per ora non si vedono vie d’uscita. Tante le ipotesi, ma nessuna davvero risolutiva. L’ultimo a pronunciarsi è stato Carlo Cottarelli, ex funzionario del Fondo monetario internazionale, secondo cui “è impossibile ridurre il rapporto tra debito e Pil attraverso manovre espansive. Non esistono precedenti in nessun Paese”. Ma c’è anche chi la pensa in maniera opposta, come il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, secondo cui è necessario approvare una manovra espansiva da 70 miliardi che includa flat tax, riforma della legge Fornero e reddito di cittadinanza. Un’ipotesi, quest’ultima, che non pare fattibile perché, fra le altre cose, potrebbe far balzare improvvisamente lo spread. Tutti i politici, con poche eccezioni, stanno facendo proposte poco ponderate, che mirano ad attirare il consenso momentaneo dei cittadini, ma che non hanno basi concrete per essere realizzate.
