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Attualità

Privacy: i dipendenti possono essere tracciati anche senza consenso?

Nella relazione 2017 del Garante censiti alcuni casi di legittimo interesse, che possono servire da ispirazione per le mosse future delle imprese

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Dipendenti tracciabili attraverso il loro smartphone, i veicoli e il Gps anche senza consenso? Non è fantascienza, ma pura realtà. A dirlo è la relazione del 2017 del Garante della privacy, presentata nei giorni scorsi, che traccia un quadro di quanto fatto nel corso dello scorso anno e fornisce indicazioni pratiche in merito alla gestione della privacy, utili per districarsi nella complessità del Regolamento Ue 2016/679 (o Gdpr, come comunemente siglato), operativo dal 25 maggio 2018. Nel rapporto sono stati censiti alcuni casi di legittimo interesse, che consente di trattare i dati senza dover chiedere il consenso dell’interessato. Si tratta di un’opportunità, non priva di rischi però. Il codice della privacy, infatti, riconosce il legittimo interesse, ma solo se inserito in un procedimento che deve concludersi con un provvedimento del Garante: spetta a lui autorizzare o meno il trattamento, dando prescrizioni e dettando condizioni. Le decisioni prese dal Garante per il bilanciamento di interessi, dunque, sono importantissime: se ci sono già precedenti simili alla propria situazione, infatti, si hanno maggiori garanzie. Insomma, ci si può ispirare ai provvedimenti di bilanciamento di interessi per prendere la decisione se trattare certi dati e se farlo senza consenso.

Due casi di gestione della privacy

Un caso presente nella relazione 2017, per esempio, riguardava una società erogatrice di servizi idrici e il trattamento di dati di localizzazione dei veicoli aziendali: ebbene, il Garante della privacy ha riconosciuto la possibilità di trattare i dati senza consenso in modo da garantire un’efficace presa in carico delle richieste di intervento o emergenze di sicurezza sul lavoro, da poter proteggere la flotta aziendale e da programmare in maniera efficiente le attività sul territorio. Nella relazione 2017 è stato inserito anche il caso di una banca di dati nel settore dei veicoli a noleggio: anche in questo caso il Garante si è pronunciato a favore del legittimo interesse, in considerazione dei danni già subiti dal settore e della necessità di ridurre i rischi d’impresa.