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Barilla investe un miliardo in 5 anni su Italia e sostenibilità
Il gruppo parmigiano punta a migliorare stabilimenti, processi e tecnologie, con un’attenzione particolare all’ambiente e alle realtà nazionali
Dopo un 2017 da incorniciare, chiuso con un giro d’affari salito a 3,46 miliardi di euro (+ 3% rispetto al 2016) e con profitti volati a 241 milioni di euro (+19,9%), Barilla pensa al futuro. E lo fa puntando sull’Italia e sulla sostenibilità. Infatti, archiviata con successo la prima fase di internazionalizzazione del gruppo, che ha portato a “conquistare” gli Stati Uniti e l’Europa, il gruppo parmigiano ha deciso di rafforzare la sua presenza interna. Nei prossimi cinque anni l’azienda investirà un miliardo di euro nei propri stabilimenti, di cui circa la metà proprio in Italia. Di questi, il 60% sarà volto allo sviluppo della competitività e della sostenibilità. In che modo? Principalmente attraverso il miglioramento di processi e tecnologie. Il restante 40%, invece, sarà impegnato sul fronte della crescita geografica e dell’innovazione.
I programmi futuri annunciati da Barilla in realtà non costituiscono una grossa sorpresa. Già da alcuni anni, infatti, il gruppo è impegnato in un forte sostegno al made in Italy sostenibile. Basti pensare che il 90% del grano necessario per produrre la pasta proviene dai singoli mercati locali e che il 57% delle materie prime è coltivato da 5mila aziende agricole, di cui 2mila sono italiane. Fra l’altro, queste realtà nazionali, grazie alla consulenza tecnologica ottenuta da Barilla, hanno aumentato del 26% i volumi di forniture di grano sostenibile. Sul fronte della sostenibilità, c’è da segnalare il lancio dei 10 nuovi prodotti pasta “Better for you” prodotti in pastifici Barilla che hanno ridotto i consumi idrici per ogni tonnellata prodotta del 31% e le emissioni di gas serra del 24%. Non solo. Bisogna ricordare anche la scelta di materie prime da filiere responsabili; la realizzazione di prodotti con meno zuccheri, meno sale e più fibre; la decisione di trasportare il grano su treno, togliendo così dalle strade europee 3300 camion in un anno, l’equivalente di 1100 tonnellate di gas serra.