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Gusto

Cocktail, un mondo tutto da scoprire

Sette miti da sfatare per la preparazione di un buon drink e i migliori locali dove provarne uno

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È sempre un buon momento per un cocktail. L’importante è che sia fatto bene! Ma come fare a capire se l’Americano o il Gin Tonic che avete di fronte è stato realizzato a regola d’arte? Per chi se ne intende, è facile identificare la qualità di un drink, per i meno esperti, i bartender della Campari Academy hanno creato un vademecum che sfata alcuni dei miti più comuni quando ci si trova davanti a un cocktail. E, una volta scoperto i segreti per un buon drink, ecco una lista dei migliori locali – in Italia ed Europa – dove provarne uno.

Sette miti da sfatare sui cocktail

Quanto ghiaccio mettere

Un drink con tanto ghiaccio non si annacqua, è esattamente il contrario: “l’effetto iceberg” è necessario per tenere il cocktail fresco più a lungo e rallentare la diluizione dei liquidi.

Meglio un bicchiere grande

Il bicchiere è parte integrante della ricetta. Ogni cocktail ha i suoi ingredienti, le sue dosi corrette e il suo bicchiere per essere all’altezza del proprio nome. Ad esempio, per il Cosmopolitan e il Manhattan è necessaria la coppa.

Tanti o pochi ingredienti

Less is more: come dimostrano molti dei cocktail che hanno scritto la storia della “mixology” (Negroni, Aperol Spritz e Gin Tonic, solo per citarne alcuni), il mix perfetto è spesso composto solo da due o tre ingredienti ben combinati.

Dolce e fruttato è più leggero

Non è vero. I drink dal gusto dolce non sono necessariamente leggeri, così come quelli bitter non sono sempre forti. Alcuni cocktail a base di rum sono dolci, ma hanno una gradazione alcolica più alta della media.

Si deve sentire l’alcol

Il segreto sta nell’equilibrio degli ingredienti, nella giusta diluizione e temperatura. Quando l’alcol non si sente molto, significa che chi ha preparato il cocktail ha amalgamato in modo corretto tutti i sapori. La presenza invadente e pungente dell’alcol, spesso, è un errore da principianti.

La guarnizione

La guarnizione è parte integrante e imprescindibile della ricetta. Ad esempio, un Americano senza la fettina d’arancia e la scorza di limone non può essere un vero Americano.

Quando bere un cocktail

Ogni cocktail ha il suo momento. Il gusto bitter è perfetto per l’aperitivo perché stimola l’appetito. I long drink (Mojito, Gin Tonic), i cocktail sour (Daiquiri) e quelli più sofisticati (Old Fashioned, Boulevardier) si apprezzano meglio dopo cena.

Il cocktail al ristorante…

C’è un vero e proprio trend tra i ristoranti che, nell’ottica di attirare i Millenial e ampliare la propria offerta, hanno aggiunto fantasiosi drink alla propria carta dei vini. Business People, in collaborazione con The Fork, piattaforma di prenotazione online di ristoranti, ha selezionato tre proposte per l’Italia e all’estero:

Ceresio 7

Ceresio 7 è un progetto di ristorazione nonché una delle terrazze più belle di Milano. Un luogo da vivere tutta la giornata, ma anche un ambiente elegante dove gustare una ricca collezione di spirit e una selezione di drink, miscelati secondo la tradizione della “vecchia scuola” americana, rivisitati all’italiana.

Santo Trastevere

Santo Trastevere si trova in un angolo appartato, ma centrale, di Trastevere, a Roma. Ex officina trasformata in un “salotto” dal gusto modern industrial, qui il capo barman Cristian Straccio propone solo alta miscelazione, mentre in cucina c’è il giovane chef Edoardo Meuti. La ciliegina sulla torta? Gli eventi di musica live.

Eden Tapas & Cocktail Bar

Nel centro storico di Arezzo, l’Eden Tapas & Cocktail Bar è una location dove rilassarsi e godere delle tapas ispirate a diverse cucine internazionali, da accompagnare a una proposta di cocktail davvero interessante. Il locale organizza concerti e proiezioni cinematografiche.

Arts Club

Nel quartiere Salamanca di Madrid, Arts Club è uno spazio multifunzionale, dotato di una godibile terrazza e di spazi dove vengono allestite mostre di giovani artisti. I cocktail, così come i piatti del menu, sono originali e preparati con materie prime di qualità. Dopo cena il locale si trasforma in lounge disco bar.

Ivy Lounge

Ristorante e Lounge Bar, l’Ivy Lounge offre una squisita carta di tapas gourmet per accompagnare cocktail al ritmo di buona musica, spesso dal vivo. A circa due chilometri dalla Sagrada Familia di Barcellona, è il posto ideale per una cena casual con gli amici a base di pietanze interessanti e ottimi drink.

Champeaux

Di fronte alla Chiesa di Saint-Eustache di Parigi, Champeaux è uno dei gioielli di Alain Ducasse, ma è anche un punto di riferimento per l’arte della mixology grazie al capo barman, Marjolaine Arpin. I suoi signature cocktail si ispirano alla storia dell’originario ristorante Champeaux e combinano frutta, verdura, fiori e cereali.

Credits Images:

La ricetta per un buon Margarita © iStock/SvetaZi