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Biografia di Oscar Farinetti: chi è e da dove viene il fondatore di Eataly

Gli studi di economia interrotti nel 1976 e la crescita nell’azienda di famiglia, Unieuro, fino all’invenzione del marchio simbolo del mangiar bene all’italiana.

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La biografia di Oscar Farinetti è interessante. La fondazione di Eataly è per certi versi l’inevitabile conclusione del percorso di un uomo nato in uno degli angoli d’Italia in cui la cultura del cibo è più forte in assoluto, il Piemonte delle Langhe (dove, non a caso, è stata fondata anche Slow Food), e cresciuto, professionalmente, in un’azienda in cui ha trascorso quasi 30 anni. Cibo e impresa erano destinati a fondersi.

Oscar Farinetti prima di Eataly: la crescita in Unieuro

Farinetti è nato nel 1954 ad Alba, quella che è considerata la capitale delle Langhe, la città della Ferrero, del tartufo e delle nocciole. Il vero nome è Natale ma è conosciuto da tutti come Oscar. Suo padre, Paolo, è un ex partigiano che fonderà un supermercato che, con il tempo e il contributo del figlio, sarebbe poi diventato la prima catena di negozi specializzati in elettronica: Unieuro. Oggi, il marchio conta 457 negozi ed è quotato in borsa.

Da buon figlio di imprenditore, si iscrive nel 1972 alla Facoltà di Economia e commercio dell’Università di Torino, che abbandonerà quattro anni dopo. Lascia l’università ed entra nell’azienda di famiglia, in ci farà carriera: due anni dopo, entra nel cda, per poi diventare amministratore delegato e infine presidente, carica che manterrà fino al 2003, quando venderà Unieuro alla public company inglese Dixons Retail.

IL LIBRO SCRITTO DA FARINETTI

L’avventura di Eataly, il supermercato di lusso del cibo made in Italy

Con la somma ricavata, nel 2004 fonda Eataly, il cui primo punto aprirà a Torino nel gennaio 2007. Seguirà l’apertura di nuovi punti vendita, in Italia e all’estero. Attualmente, conta 17 punti centri in Italia (l’ultimo ha aperto a gennaio a Triste), cinque negli Usa (a New York, Boston, Chicago e Los Angeles), tre in Giappone, due negli Emirati Arabi Uniti e in Corea del Sud, uno in Brasile, Danimarca, Germania, Qatar e Turchia.

Il nome, nato dalla crasi tra il verbo inglese “eat”, mangiare, e Italy, la cosa veramente geniale del marchio, è opera di Celestino Rocca, che lo registrò come dominio internet nel 2000 ma cedette tutti i diritti sul suo uso a Farinetti nel 2004. L’avventura di Eataly e il suo successo mediatico hanno trasformato il marchio e il suo creatore in ambasciatori del patrimonio gastronomico tricolore e in un personaggio mediatico.

È autore di cinque libri, il primo, Coccodè – Il marketing-pensiero di Oscar Farinetti, pubblicato nel 2007, l’ultimo, Migliorare si può. Trecento consigli dai migliori, nel 2015. La sovraesposizione mediatica e i ripetuti endorsement pro Renzi ne hanno in parte offuscato la popolarità presso parte dell’opinione ma più dannose sono state le polemiche suscitata da alcuni articoli del Fatto Quotidiano che hanno sollevato dubbi sul trattamento, economico e non solo, dei dipendenti di Eataly e sulla correttezza dell’assegnazione diretta di un’area ristorazione durante l’Expo di Milano.

Attualmente, possiede il 40% di Eataly.

Credits Images:

Oscar Farinetti accanto al premier Paolo Gentiloni, in occasione dell'inaugurazione di FICO a Bologna