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Lifestyle

YouTube, guadagnare con l’effetto nostalgia

Finora l’affare non si è dimostrato così profittevole per Google che ha acquistato il database multimediale nel 2006 per la bellezza di 1,65 miliardi di dollari. Per fortuna le armi a disposizione del gigante di Mountain View continuano ad affilarsi. Parla Francesca Mortari, Head of YouTube e Google Display

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Tanti video appetitosi comportano tanti utenti curiosi. E in teoria tanti utenti curiosi (YouTube è il terzo sito più visitato al mondo, dopo Google e Facebook) dovrebbero generare, attraverso l’advertising on line, una vagonata di introiti pubblicitari. Fino a ora, però, l’affare di YouTube non si è dimostrato così profittevole per Google, che lo ha acquistato nel 2006 per la bellezza di 1,65 miliardi di dollari. Ma più del ritorno sull’investimento iniziale sono i costi di gestione a impensierire il management del motore di ricerca. Per fortuna le armi a disposizione del gigante di Mountain View continuano ad affilarsi, e oggi oltre ai format in uso ormai da qualche anno sulla piattaforma stanno arrivando nuovi strumenti per fare soldi, e non solo attraverso la pubblicità. «In seguito agli accordi con SIAE ed etichette come Sugar, abbiamo potuto introdurre su YouTube i video musicali monetizzabili. Questi strumenti stanno incrementando le possibilità per le aziende di pianificare la propria comunicazione su video musicali raggiungendo così il proprio target audience», spiega Francesca Mortari, Head of YouTube e Google Display. Come funziona? In pratica, giusto per fare un esempio, chi sceglie di guardare il video di un concerto di Astor Piazzolla visualizza un pre-roll con la pubblicità di una scuola di tango. «Sebbene la targetizzazione per video musicali sia ancora agli inizi, vediamo una sempre maggiore attenzione da parte delle aziende e questo lascia ipotizzare una crescita interessante nel prossimo futuro». Ma il futuro è ancora oltre. «L’impiego di Content ID, un’apposita tecnologia sviluppata da YouTube, permette ai proprietari di diritti intellettuali di gestire gratuitamente e in completa autonomia i contenuti di cui sono titolari», dice Maria Ferreras, responsabile per le partnership di YouTube in Europa. «Grazie a questo strumento i nostri partner possono infatti bloccare, tracciare o monetizzare i loro video e quelli eventualmente caricati dagli utenti e di cui vantano i diritti. Tutto questo è possibile per via dei numerosi accordi di partnership che abbiamo realizzato con importanti player nazionali e internazionali appartenenti al mondo televisivo (per esempio Rai, La7, Fox Italia, CBS, Channel 4, BBC, RTVE), cinematografico (Lionsgate, MGM), dell’editoria (DeAgostini, Lagardere) e discografico (Universal Music, Sony Music, Warner Music, EMI)».