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Lifestyle

Fedeli, quel filo sottile tra tradizione ed eleganza

Aperta come fabbrica di cappelli, poi pioniera del cashmere, oggi la casa della maglieria con vista su Montenapoleone non ha paura di affrontare alcuna sfida, dall’abbigliamento femminile ai costumi da bagno. Grazie alla forza del suo passato

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Un sottile filo di lana, che si intreccia lungo le generazioni di una famiglia, alla storia di un Paese e di un territorio, in quasi un secolo. E che si trasforma in maglie di cashmere, T-shirt di lino, giacche in cotone, pronte per arrivare nelle boutique di Milano, Londra, Portofino, Saint Tropez, e conquistare una clientela capace di riconoscere un prodotto realizzato secondo tradizione.Perché per Fedeli, nella sua storia lunga 82 anni, il vero punto di forza è sempre stato quello di non scendere mai a patti con le proprie radici, per non snaturare un sogno iniziato a Monza nel 1934. A scriverlo per primo è stato Luigi Fedeli, che proprio in quell’anno, nel distretto già fiorente all’epoca per quelle lavorazioni, apre un laboratorio artigianale dedicato ai cappelli in feltro. L’intuizione destinata a cambiare per sempre la storia di Fedeli e a legarla per sempre a doppio filo, è proprio il caso di dirlo, al cashmere e a tante altre fibre, arriva al figlio Nino, che nel Secondo Dopoguerra pensa di convertire la produzione di cappelli nella maglieria. L’idea nasce da un viaggio in Svizzera, dove per la prima volta l’esponente di seconda generazione si trova di fronte a moderni macchinari per la lavorazione dei filati. E per primo Nino li porta in Italia, imprimendo una svolta permanente all’azienda. Il confronto con gli altri Paesi europei è determinante per fare di Fedeli una delle prime eccellenze italiane nella produzione di cashmere, a partire dagli anni ’60: Nino Fedeli, per esempio, è tra i primi a recarsi in Scozia per conoscerne tutti i segreti della lavorazione, portandoli nella fabbrica di Monza e creando un know how custodito gelosamente, ma non per questo immobile di fronte ai cambiamenti dello stile, del gusto e della moda. A metà tra arte e scienza, tra artigianato e ingegneria. La scoperta di queste tecniche porta a Fedeli a unire il proprio nome in modo indissolubile al cashmere, tra le lane più pregiate al mondo, calda e confortevole nonostante il suo finissimo spessore di 15 micron. Ma a rientrare tra le lavorazioni d’élite sono anche altri velli, come il superyak, che si ottiene nei primi due anni di vita, o la vicuña, un lusso ancora più sottile del cashmere (12 micron è il suo spessore) che pochi privilegiati possono permettersi: sono solo 5 mila gli esemplari che popolano le Ande peruviane, e per realizzare un cappotto è necessario il pelo di una trentina di animali adulti.

“FEDELI” ALLA TRADIZIONEL’amministratore delegato Luigi Fedeli

KNOW HOW ANTICOSe due anni fa l’azienda ha spento ottanta candeline, nel 2016 è pronta a celebrare un anniversario altrettanto importante, i settant’anni della boutique Red & Blue di via Montenapoleone. Nel 1948 le collezioni di maglieria per uomo e per donna firmate Fedeli debuttano nelle vetrine del negozio al civico numero 8 della celebre via milanese, ancora lontana dal diventare il centro nevralgico del Quadrilatero della moda. Ma non è sbagliato dire che è anche grazie a questa “bottega storica” – come l’ha incoronata il Comune di Milano nel 2011, tra le ultime rimaste in quest’arteria dello shopping dopo la vendita di Lorenzi e di Cova – che Montenapoleone con il tempo si trasformerà nella Mecca del fashion non solo italiano, ma europeo prima e internazionale poi. Il capoluogo lombardo resta uno degli avamposti più importanti per testare il mercato e capire in che direzione sta andando la clientela. A dirlo è Luigi Fedeli, nipote del fondatore e figlio di Nino, operativo nell’azienda di famiglia dagli anni ’70 e oggi amministratore delegato, che ha ribattezzato la boutique Red & Blue con il marchio Fedeli. «Milano è la capitale della moda, a livello mondiale è un centro nevralgico perché capace di attirare una clientela internazionale e sofisticata. Essere in via Montenapoleone ci dà la possibilità di avere un riscontro quotidiano, di capire velocemente in che modo il gusto e lo stile si stanno evolvendo. Il negozio ha accompagnato la nostra crescita: siamo partiti da sartoria rivolta essenzialmente a un pubblico maschile per poi avvicinarci al ready to wear, non solo per uomo, ma anche per donna, fino a oggi con le collezioni swimwear ed eyewear».

1934Luigi Fedeli fonda l’azienda a Monza, specializzata in cappelli di feltro, una produzione già ben avviata nell’area in quel periodo.

1945Entra in azienda il figlio Nino che, dopo un viaggio in Svizzera in cui vede i moderni macchinari per la lavorazione dei filati, vara la conversione alla maglieria e, in particolare, alla lavorazione del cashmere.

1948Apre i battenti la boutique Red & Blue di via Montenapoleone, ancora oggi “bottega storica” nel Quadrilatero della moda, dove l’azienda può venire a contatto direttamente con gli ultimi trend in fatto di stile.

1979L’attuale amministratore delegato Luigi, nipote del fondatore, entra in azienda. Oggi si sta facendo le ossa la quarta generazione.

2012Apre a Londra il primo store estero dell’azienda. Seguiranno un’altra boutique nella City, lo sbarco in Corea del Sud, Roma, Porto Cervo e Belgio.

2014Il marchio festeggia 80 anni e vara la brand extension agli occhiali e ai costumi da bagno. La linea mare vanta tre vetrine a Portofino, Saint Tropez e Forte dei Marmi.

Dalla cappelleria alla maglieria, fino a diventare una griffe del lusso a tutto tondo. Un percorso non da tutti, soprattutto in anni in cui la crisi ha falcidiato ed eliminato dal mercato tanti marchi storici che avevano legato il proprio destino il filo del cashmere e delle fibre pregiate. Ma nel caso di Fedeli sono proprio la tradizione e la passione di una famiglia ad aver accompagnato un viaggio sempre spinto dalla volontà di rinnovarsi restando sempre “Fedeli” a se stessi. «Ottant’anni sono il patrimonio di pochi. Significa avere un Dna, un background e un archivio storico straordinari. Gli anni che abbiamo alle spalle sono la nostra stessa forza che ci permette di andare avanti e di guardare al futuro. La capacità di rinnovarsi è un filo sottile che nasce da una solida tradizione», spiega Luigi Fedeli. E rinnovarsi per Fedeli negli ultimi tempi ha coinciso soprattutto con una scommessa importante, quella di diventare un punto di riferimento anche nell’abbigliamento femminile. Non che il womenswear abbia avuto un ruolo secondario nelle vicende del marchio, ma certamente essere rilevanti in un segmento dalla competizione altissima è una sfida non facile. Raccolta, simbolicamente, proprio allo scoccare del suo ottantesimo anniversario arruolando la stilista spagnola Gloria Sibon, per dare una nuova impronta alle collezioni femminili. Il riscontro delle ultime stagioni è stato positivo: «La donna pesa per il 30% del nostro giro d’affari e registra delle performance di crescita superiori a quelle del menswear. È un dato da non sottovalutare, soprattutto perché si tratta di un comparto dominato dalle griffe e fortemente caratterizzato dal gusto fashion, in cui è necessario affilare molte più armi rispetto alla moda uomo», ha aggiunto Fedeli.

UN NUOVO INIZIOAltra scommessa vinta è quella sul fronte delle brand extension, che ha visto Fedeli apporre il proprio marchio anche a una collezione di occhiali e a una di costumi da bagno. Se l’eyewear rappresenta un accessorio che vuole aggiungere una nuova offerta al total look, la linea Swim&wear è un importante investimento anche in termini di espansione, con insegne stagionali dedicate nelle principali piazze balneari del mondo. Ultima arrivata, ad aprile, è la boutique di Portofino, terzo concept store dedicato alla collezione beachwear dopo Forte dei Marmi e Saint Tropez. Il negozio, aperto come gli altri per tutta la stagione estiva, è la scenografia di una linea che vede applicata la ricerca dell’eccellenza nelle fibre e nei materiali anche alle proposte per il mare. Come il costume da bagno in microfibra Quick dry che si asciuga in pochi minuti, le camicie di piquet, le polo in cotone Giza 45 o in spugna Extra light, fino a bermuda e maglie leggere in cashmere. E, naturalmente, le montature da sole rivestite degli stessi tessuti dei costumi da bagno. La ricerca di nuove mete turistiche dedicate alla collezione Swim&wear è l’ultimo tassello di un piano di espansione che ha subito un’accelerazione negli ultimi anni e che ha avuto il suo principio, e non poteva essere che così, da Milano e da via Montenapoleone. Nel gennaio del 2012, infatti, Fedeli ha inaugurato il suo showroom al civico 14, a pochi passi dalla sua storica boutique, per poi volare a Londra, in Draycott Avenue, dove a giugno ha tagliato il nastro della sua seconda boutique. L’anno dopo è stata la volta di Busan, in Corea del Sud, in partnership con la famiglia Lee del gruppo specializzato nella distribuzione di marchi del lusso italiani e inglesi Shinwa, mentre lo scorso anno Fedeli ha ampliato la sua presenza sul territorio italiano arrivando a Roma, con uno spazio all’interno dell’Hotel de Russie, e a Porto Cervo all’Hotel Romazzino. Ultima, in ordine di tempo, la boutique di Knokke, una delle principali località costiere del Belgio sul Mare del Nord. Otto vetrine – considerando anche i negozi di Portofino, Saint Tropez e Forte dei Marmi dedicati alle collezioni mare – in altrettante mete importanti per lo shopping e il turismo internazionale, che rafforzano l’impegno crescere sui mercati esteri e a conquistare nuove schiere di consumatori.

PROSSIME FRONTIEREUna vocazione internazionale che si ritrova nei numeri dell’azienda monzese, che ha chiuso il 2015 con un fatturato a quota 14 milioni di euro (conto da cui però sono esclusi i ricavi retail). Il 2015 ha segnato un momento importante a livello strategico per Fedeli, con la decisione di abbandonare l’attività da terzisti per le grandi griffe del lusso e di concentrarsi unicamente sul proprio business. Decisione che, pur comportando una riduzione fisiologica del fatturato, ha sostenuto le attività dirette e consentito al marchio Fedeli di registrare una crescita organica del 20%. Oggi le forze della famiglia, con l’arrivo della quarta generazione, sono concentrate soprattutto sui mercati stranieri, che rappresentano l’80% del turnover. Dopo l’Italia, area di sbocco importante continua a essere l’Europa e in particolare l’area orientale. Le mire espansionistiche oggi sono rivolte soprattutto sull’Asia, dove è già presente in Corea del Sud, Cina e Giappone, mentre gli Stati Uniti sono un traguardo da raggiungere a piccoli passi. Un obiettivo che, però, sembra non lontano né impossibile: primo cliente dell’ecommerce, che rappresenta circa il 5% delle vendite, sono proprio gli States. «Il cashmere è un materiale straordinario: è come oro da tessere. Riesce ad assorbire gli stati d’animo di chi lo indossa senza invecchiare mai». Chi meglio di Luigi Fedeli può dare una definizione più poetica di questa fibra pregiata, che si è intrecciata in modo indissolubile alla storia di una famiglia e di un territorio. E che sembra destinata a essere filata e tessuta ancora a lungo.

GENERAZIONI

Luigi Fedeli fonda nel 1934 con il suo nome un laboratorio artigianale per la lavorazione di cappelli in feltro. Nel 1972 il capostipite è stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Si deve, però, al figlio Nino l’intuizione che cambia per sempre la storia del marchio Fedeli. L’erede di Luigi, infatti, entra in azienda nel 1945 e comprende l’opportunità di convertirla alla maglieria. Negli anni ’60, sarà tra i primi a sperimentare la lavorazione del cashmere in Italia. Nel 2004 riceve da Assindustria Monza e Brianza il premio alla longevità imprenditoriale, innovazione tecnologica e qualità di prodotto, in occasione del 70° anniversario dell’azienda. Con il nome del nonno, a condurla oggi c’è Luigi Fedeli (vedi intervista a seguire): il suo destino non poteva che essere tra i telai e i macchinari di famiglia. Sotto la sua guida, Fedeli inizia la propria espansione internazionale, arrivando con le sue boutique a Londra, Saint Tropez e Corea del Sud. Prossima tappa, Hong Kong.