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Attualità

Le pensioni riducono il rischio di povertà

I dati Istat relativi al 2013-2014 lo dimostrano: nelle famiglie in cui è presente un pensionato si sopravvive meglio alla crisi

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È sempre più difficile ottenere la pensione, ma per molte famiglie poter contare su questo assegno mensile ha significato sfuggire alla povertà: è quanto ha rilevato Istat nella sua indagine sulle condizioni di vita dei pensionati nel biennio 2013-2014, anno nel quale il Pil del Paese è calato dell’1,9%.

RISCHIO POVERTÀ. Negli anni 2013-2014 il rischio povertà era severo: il 22,3 % delle famiglie era in pericolo. La situazione, però, migliorava nel caso dei nuclei familiari che comprendevano, fra i loro menbri, almeno un pensionato: in quel caso, il rischio povertà si riduceva fino al 16,2%, nonostante il reddito medio di questa tipologia di famiglia fosse di 2 mila euro inferiore rispetto a quelle senza pensionati (28.400 contro 30.400). La situazione è purtroppo più difficile se il pensionato è solo: in quel caso, il rischio povertà è alto, e si attesta sui 22,3 punti percentuali.

PENSIONE COME REDDITO. Il nucleo delle famiglie comprendenti almeno un pensionato è pari a 12 milioni e 400 mila unità, delle quali oltre il 60% “vive” della pensione, poiché essa rappresenta oltre il 75% dell’intero reddito familiare; il 26,5% lo ha eletto ad unica fonte di reddito. L’assegno dell’Inps è stato ancora più prezioso nelle case considerate “a rischio” (ad esempio quelle di genitori single), e in questi casi il rischio povertà è stato addirittura dimezzato, passando dal 35,3% (nelle famiglie senza pensionati) al 17,2%.

LE CIFRE. Nel biennio preso in esame dall’Istat sono state assegnate 541.982 pensioni, per beneficiari di un’età media di 55,3 anni; numero che, durante tali annate, è sceso di 134 mila unità. In linea con l’andamento degli ultimi anni, anche nel 2013-2014 il numero dei soggetti diventati pensionati è stato inferiore alle cessazioni (676 mila). Nel 2014 i pensionati sono così 16,3 milioni, con un reddito medio lordo di 17.040 euro, in crescita sull’anno precedente di una cifra pari a 400 euro. Il 52,9% di chi riceve l’assegno è donna, ma l’importo percepito è decisamente più basso (mediamente inferiore di 6 mila euro).