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Lifestyle

Rotta sull’Algarve

Clima favorevole, territorio unico e soprattutto un’attenzione maniacale per il turista-giocatore: viaggio in Portogallo sulle orme dei campioni che hanno sfogato la loro fantasia nel disegnare alcuni dei percorsi più affascinanti del mondo, battuti dal vento dell’oceano

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Per alcuni, e non sono pochi, è una delle regioni (se non “la” regio­ne) golfisticamen­te migliori al mon­do. Un’area che ha fatto del turismo, non solo golfistico, una risorsa centra­le della propria economia. Ci trovia­mo nella punta meridionale del Porto­gallo: l’Algarve, un nome che evoca, per chi abbia qualche reminiscenza storica e geografica, una combinazio­ne decisamente varia di eventi e luo­ghi, stili e sapori che ha pochi eguali. Albufeira, Loulé, Portimao, Quarteira, Silves, Tavira, Villamoura sono alcune delle città che, con Faro (il capoluo­go), oltre che punteggiare il territorio, rappresentano una sorta di naturale iti­nerario per addentrarsi in questa ter­ra e conoscerne le vicende che, attra­verso i secoli, hanno caratterizzato la storia del mondo che, dal XIV secolo e per i due successivi, ha visto il Pae­se lusitano dominarlo in parte, certa­mente influenzarlo. È infatti da questi luoghi che hanno preso il mare alcuni dei più importanti personaggi che non solo hanno contribuito a scoprire nuo­vi mondi, ma anche a favorire la cono­scenza di popoli, usanze, culture con tutto ciò che ne è conseguito. Non a caso, questa fu la sede di una delle più importanti espressioni della conoscen za e dello studio della geografia e del­le tecniche della navigazione.

Un aspetto che rappresenta un vero benefit, di grande efficienza, è il servizio di trasporto da e per i vari campi. Sia quelli più vicini che quelli in zone più distanti dalla propria sede: tutti sono facilmente raggiungibili grazie ai van messi a disposizione dai club, dalle organizzazioni che gestiscono i tee time o dagli hotel, fruibili a tutte le ore e su richiesta. Un vero valore che rende semplice e molto comoda la giornata di golf anche nella parte logistica.

SOLE, SABBIA E SPIEDOUna caratteristica che am­plia la stagione turistica è il clima, mite anche nei mesi meno centrali del­l’anno, che fa di primavere e autun­ni periodi ideali per momenti di altret­tanto gradevole tempo libero. A vol­te sono i numeri a dare, più delle pa­role, il senso e il significato di alcuni concetti. In Algarve si segnalano più di 3 mila ore di sole all’anno (circa 300 giorni), 200 chilometri di costa e una quantità incredibile di spiagge (il Por­togallo ha ottenuto nel 2015 ben 299 bandiere blu, superando anche il no­stro Paese) che meritano decisamente una visita: dalle più classiche di sab­bia fine e morbida alle falesie più im­pervie, fino alle calette raggiungibili solo via mare o via terra, ma mettendo a dura prova le capacità da arrampicatori. Una sorta di paradi­so per il clima e le op­portunità che, non solo nella stagione estiva, ha veramente pochi con­correnti. La ventilazio­ne, sempre presente e a volte impetuosa, mitigando le temperature anche nei mesi più cal­di, favorisce la pratica di molti sport acquatici facendo di questa zona una meta tra le preferite per gli amanti del surf e della vela. Un mix di natura e occasioni di svago capace di soddisfare i palati più diversi. E parla­re di palato non è per nulla fuori luo­go pensando alla gustosa cucina loca­le, che spazia dalle pietanze marinare alle prelibatezze dell’entroterra, basa­te su ottime carni per chi intenda alter­nare piatti di diversa intensità. Senza dimenticare alcune specialità, come dolci e liquori, in cui mandorle e fichi giocano il ruolo principale.

EDEN DELLE BUCHEIn tutto questo scenario il golf è in­dubbio protagonista, avendo tro­vato da molti anni in Algarve una delle sue patrie d’elezione con circa 40 percorsi, disegnati dalle fir­me più prestigiose e incastonati nel­le zone costiere come nell’entroterra. Eppure, fino alla metà degli anni ’60, da queste parti non sapevano neanche cosa fosse il golf, almeno in termini di campi e di opportunità che la combi­nazione turismo-golf è capace di pro­durre. Senza insistere su un tasto (do­lente) già più volte ricordato, siamo di fronte a uno dei più vincenti esempi di progetto pensato e realizzato a par­tire dalle caratteristiche di una terra, bella ma non così ricca di altri valori, trasformate in successo e in eccellen­te risorsa di sviluppo per l’intera regio­ne. Se il primo fu il Penina, ideato da uno dei personaggi più rappresentati­vi del mondo del golf, Henry Cotton, i 40 e oltre campi attuali fanno dell’Al­garve una “golf destination” ideale, da gustare grazie al clima favorevole, con un’offerta che è in grado di incontrare le disponibilità, le attese e la curiosità di giocatori di ogni tipo. Prova ne è la presenza di molti campi disegnati da alcuni dei più importanti architetti e/o ex giocatori di fama mondiale (come Palmer, Nicklaus, Faldo, Roquemore, Pennink solo per citare alcuni dei più conosciuti) che, oltre al ricordato Cot­ton, hanno prestato la loro esperienza regalando occasioni impareggiabili di divertimento. In cui il vento, oltre alla morfologia del territorio sapientemen­te sfruttata a uso del disegno dei per­corsi, diventa una vera e propria com­ponente dei campi stessi.

PER TUTTI I GUSTI E LE TASCHE Facendo base a Villamoura (il centro turistico più conosciu­to dell’Algarve) le destinazio­ni più naturali sono i campi dell’Oceanico Golf, quella che vie­ne considerata la più importante organizzazione portoghese in ambito gol­fistico, con ben sette campi da 18 bu­che e uno da 9. Cinque sono i più vi­cini e di più immediata accessibilità. Stiamo parlando di Old Course, Victo­ria, Laguna, Pinhal e Millennium che alternano le tipiche ondulazioni del paesaggio, con vegetazione prevalen­te di pini, mandorli, fiori e carrubi, a layout più impegnativi in cui ostaco­li d’acqua e varianti “links” mettono una differente pressione sui giocato­ri. Ma non bisogna lasciarsi inganna­re: anche i percorsi apparentemente più “ariosi” trovano nei dogleg e nelle ampie e folte chiome degli alberi una varietà di ostacoli naturali che richie­de grande attenzione e precisione. Da notare che la manutenzione è sempre orientata alle migliori tecniche e filo­sofie “eco”, con l’obiettivo di salva­guardare la più naturale integrazione di questi impianti nelle splendide aree in cui sono inseriti.

TRE AL PREZZO DI UNO Allontanandosi di una mez­z’oretta da Villamoura, ver­so Sud, ecco il Golf Club Quinta do Lago, una tap­pa da non perdere, sia dal punto di vi­sta del contesto che da quello tecnico capace di soddisfare il gusto di mol­ti amanti del golf, con i suoi tre per­corsi di livello internazionale. Se il North (par 72 di 6.193 m, disegnato da B. Welling con la stretta supervisio­ne di Paul McGinley, già capitano vit­torioso di Ryder Cup), è stato valuta­to migliore nuovo campo europeo nel 2014, il South (par 72 di 6.500 m, di­segnato nel 1974 da W. Mitchell), che ha ospitato ben otto volte l’Open por­toghese, merita decisamente di essere conosciuto. L’ondulazione del terre­no, piuttosto accentuata, seppur senza passaggi scoscesi, la presenza di pini marittimi e di una vegetazione bassa ma densa ad accentuare le curve dei dogleg, gli ostacoli d’acqua nonché la vicinanza delle sponde del lago in alcune delle ultime buche, chiedono l’utilizzo di tutti i bastoni della sacca unitamente a una buona dose di sa­gacia nelle scelte tattiche. Completa l’offerta il percorso Laranjal (par 72 di 6.480 m, a circa due chilometri dal re­sort nella valle di Ludo), anche questo con notevoli riconoscimenti fin dalla sua nascita nel 2009.

MONTE REI, UN GIOIELLO Difficile non pensare a un gioiello parlando del Monte Rei Golf & Coun­try Club. Un’esperienza da non lasciarsi sfuggire per la quali­tà assoluta, un servizio di eccellenza e un campo da golf con pochi eguali. La location è la parte Sud-orientale del­l’Algarve, non lontano dal confine con la Spagna, leggermente all’interno del litorale oceanico (e del Golfo di Cadi­ce). Una combinazione di panorama e clima, con vista su alcuni scorci di oceano, rappresenta una ricompensa che supera le aspettative di chi decide di spingersi fino a questo lembo della regione per giocare (e non solo, date le notevoli altre bellezze che i paesini della zona sono in grado di regalare). Il percorso è firmato da Jack Nicklaus e già questo basterebbe come garan­zia, ma la sapienza del grande Orso d’Oro in questo capolavoro ha real­mente raggiunto uno dei suoi verti­ci, rendendo unica ogni singola buca, ogni colpo una vera scelta, ogni minu­to trascorso in campo un ricordo dif­ficilmente confondibile. La notevole ondulazione del terreno, nonché alcu­ni trasferimenti, impongono l’utilizzo del cart (compreso nel green fee), ma non ci si può lasciar scappare il pia­cere, nelle varie buche, di gustare la qualità dei fairway riservandosi qual­che bella camminata sulla bermuda grass. Un altro opportuno accorgimen­to (suggerito dagli stessi marshall) è di non osare eccessivamente nella scel­ta del tee da cui partire: le caratteri­stiche dei 6.567 m di questo par 72 (i dislivelli, i bunker anche di dimensio­ni e profondità notevoli e, non ultima, la diversa tipologia di erba che rende rough e green tutt’altro che facili da gestire), nonché la presenza del ven­to, sono elementi molto più che suffi­cienti per rendere il gioco impegnativo e divertente. A completare la giornata sono l’accoglienza (personale di livel­lo e di impostazione internazionale), la qualità del ristorante (a pranzo, nel pacchetto con il green fee, vengono offerte tapas e una selezione di anti­pasti, primi e dolci) e il servizio offerto rendono la visita a Monte Rei un’espe­rienza unica.

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