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Jobs Act: ecco gli ultimi decreti legislativi
I prossimi quattro provvedimenti verterebbero su lavoro domestico, coperture, collocamento e cassa integrazione
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Otto: sarebbe questo il numero dei decreti legislativi in cui si declinerà la riforma sul lavoro Jobs Act. Di questi, due decreti sono già entrati in vigore (contratto a tutele crescenti e Naspi) mentre un altro paio sono ai “box”, ossia sono in attesa del parere delle commissioni parlamentari. In dirittura d’arrivo, dunque, ce ne sarebbero altri quattro, di cui il Corriere della Sera anticipa temi e contenuti.
Il più delicato sembra essere il decreto legislativo sul lavoro domestico, sul quale aleggerebbe già lo spettro di una lunga catena di ricorsi. Il testo infatti innalza il tetto dei voucher da 5 mila a 7 mila euro e, contestualmente, elimina il limite massimo di pagamento, pari a 2 mila euro, per le famiglie (il vincolo resta invece per imprenditori e professionisti). Tradotto: pur non svolgendo un lavoro occasionale, colf e badanti potrebbero essere interamente pagate in voucher dalle famiglie, con buona pace di quanto disciplinato dal contratto di settore. Da qui, il rischio di rivendicazione di ferie, tredicesime e Tfr.
CRISI E PRECARIATO. Legato al tema dei contratti precari ci sarebbe anche il decreto sulle coperture, ossia sui finanziamenti degli interventi sul lavoro. A seguito delle proteste delle imprese, la bozza prevederebbe la cancellazione dell’aumento dei contributi Inps per aziende e lavoratori autonomi come clausola di salvaguardia. Il terzo decreto verte invece sulla cassa integrazione. Si è deciso di applicare anche a questa la regola del bonus malus, per cui le imprese che useranno più cassa, verseranno più contributi. Si starebbe però ancora dibattendo sui numeri tecnici. L’ipotesi è di diminuire dal 2,2% al 2% il contributo ordinario per le aziende con più di 50 dipendenti, mentre per le realtà più piccole, dove lavorano meno di 50 dipendenti, la percentuale scenderebbe dal 1,9% al 1,7%. Contestualmente, però, aumenterebbe di circa il 15% il contributo addizionale previsto per chi usa la cassa.
Infine, il quarto e ultimo decreto verterebbe sul collocamento: si vorrebbe creare un’Agenzia nazionale per l’occupazione. Lo scopo è duplice: valorizzare e coordinare le politiche attive sul territorio e favorire la collaborazione tra centri pubblici e privati. Al contempo si accarezza l’ipotesi di dare vita anche a una agenzia unica per le attività ispettive, dove far confluire il personale di Ipns, Inail e ministero del Lavoro. Al momento però i sindacati avrebbero bocciato la bozza governativa: la nuova struttura potrebbe generare un esubero di 1.700-1.800 lavoratori, visto che si declinerebbe in 19 sedi da 6 mila addetti, contro le 80 direzioni provinciali e interregionali del ministero esistenti.
Credits Images:Sono in dirittura d'arrivo gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act © Getty Images
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