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Innovazione, arriva l’auto che va a sale. Ed è italiana

L’azienda vicentina Fiamm ha destinato oltre cento milioni di euro allo sviluppo di batterie al cloruro di sodio, economiche ed ecologiche. Iveco le ha già scelte

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Sale e motori non sono mai andati molto d’accordo. Tuttavia, c’è chi ha scoperto che il cloruro di sodio, debitamente alternato al nichel in un valzer fra elettrodi positivi e negativi, potrebbe effettivamente entrare nelle auto nel futuro… per farle muovere, non per farle impantanare. Chi è questo qualcuno? Un’azienda italiana, la Fiamm di Vicenza, che da diversi anni sta cercando di perfezionare delle innovative batterie al sale. Con l’obiettivo di creare una tecnologia che possa rivoluzionare il settore delle auto elettriche.

LA SFIDA. La Fiamm ci crede così tanto che allo scopo ha persino creato una divisione apposita, la Fiamm Energy Storage Solutions. Nel suo complesso, l’azienda è una bella pagina imprenditoriale italiana – 585 milioni di fatturato nel 2014, dodici stabilimenti in tutto il mondo, 3.300 dipendenti. E ben 120 milioni di euro destinati allo sviluppo di due attività innovative: le luci al Led organiche (Oled) e le batterie al sale, battezzate SoNik. Spiega Nicola Cosciani, Ad della Ernergy Storage Solutions, che «le batterie al sale risolvono alcuni limiti tecnici delle tradizionali batterie al piombo, dato che rispetto a queste ultime hanno una vita media dieci volte superiore e sono molto più performanti perché il rendimento non è inficiato dagli sbalzi termici. Infine presentano un bassissimo impatto ambientale data la presenza di componenti a basso costo totalmente riciclabili».

TANTI I CAMPI DI UTILIZZO. Ancora una volta, la dimostrazione di come il profitto non sia necessariamente perseguibile distruggendo l’ambiente. Eh sì, perché questa tecnologia così green-friendly promette di fare la fortuna della Fiamm: «si tratta di un mercato promettente, con un valore stimato di 6,5 miliardi di euro nel 2017 solo per il settore dell’energy storage». Sempre secondo Cosciani. Una tecnologia che, oltre all’automotive, potrebbe andare a toccare molti altri settori, e che viene attualmente già applicata per l’immagazzinamento dell’energia a Codrongianos, in Sardegna, dove l’impianto di Fiamm stabilizza la rete elettrica conservando watt e andando a distribuirli nei picchi di domanda. Ma la tecnologia è già stata esportata in Brasile e in Arabia Saudita, e fornisce energia di riserva ai servizi di bordi di alcuni mezzi ferroviari.

GARANTISCE GOOGLE. Tuttavia, il settore più interessante per le batterie al sale è quello della mobilità elettrica. «Nell’automotive – ha dichiarato Stefano Dolcetta, Amministratore Delegato del gruppo – i cambiamenti sono lenti, e questo perché gli investimenti sono molto alti e richiedono tempo per essere ammortizzati. All’orizzonte, cioè da qui ai prossimi dieci anni, il sistema ibrido con batterie al litio sembra essere il traguardo per il mass market. Ciò non toglie che le batterie al sale possano dire la loro. ». E infatti il periodo dei test è già finito: la tecnologia di Fiamm sta già equipaggiando la versione elettrica del Daily Iveco. E in California, anche grazie al contributo di Google, stanno già circolando quattro ecobus elettrici che montano le SoNik.

Un nuovo motore per il motore di ricerca, insomma. Che porti fortuna?