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Lifestyle

Auto, la rivincita delle berline

Nel 2015 a monopolizzare i concessionari non saranno solo suv e Crossover: è l’anno del ritorno del terzo volume

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Per i cineasti il terzo volu­me di una saga di successo è un vero incubo. Prende­te Ritorno al futuro III: per­fino la DeLorean-macchi­na del tempo sembra per­dere lo smalto che l’aveva resa un’icona a quattro ruote. E Rocky? Dopo due apparizioni esplosive è stato riproposto all’infinito, ma ormai appari­va bolso, groggy prima ancora di salire sul ring. Proprio come Arnold Schwarze­negger che, nel 2003, indossa per la ter­za volta il giubbotto di pelle di Termina­tor nell’episodio intitolato Le macchine ribelli, facendo ormai la caricatura di se stesso. Anche per i progettisti di automo­bili il terzo volume, inteso come lato B della carrozzeria, è un problema spino­so. Per un periodo va di moda, poi diven­ta una roba per vecchi, quindi torna alla grande spacciato come novità assoluta. Un vero e proprio fixing, insomma, che nel 2015 vedrà salire le sue quotazioni alle stelle: parafrasando il titolo del film del muscle man austriaco, le Macchine ribelli di quest’anno, quelle che vogliono uscire dal coro di suv, crossover e compagnia rombante hanno, infatti, il porta­bagagli in evidenza, sportiveggiante pro­tuberanza messa al servizio di uno stile che profuma comunque di classico come un grande whisky scozzese. Il richiamo al meglio di quanto propone il passato è tal­mente evidente che l’Alfa Romeo per la sua tre volumi torna alla trazione poste­riore, suscitando l’entusiasmo dei suoi tifosi più attempati, orfani della regina del­le soluzioni tecnologiche sportive fin dai tempi della 75, uscita di produzione nel­l’ormai lontano 1993. A darle la grin­ta degna del suo blasone saranno moto­ri turbo di ultimissima generazione, men­tre la tentazione di sottolineare, anche con il nome del modello, questo ritorno al passato è fortissima. Quale nome? Giu­lia, ovvio, quella che rimase in produzio­ne dal 1962 al ’77 e che nelle pubblicità dell’epoca era stata “disegnata dal vento” grazie al parabrezza sfuggente e, appun­to, alla coda tronca che coronava il ter­zo volume.

CELEBRI FLOP

LA PAROLA AL CREATIVO

Sul nome definitivo dell’Alfa del rilancio il dibattito tutto interno ai piani alti della Fca è ancora aperto. Già deliberata in via definitiva, invece, la new wave di casa Ja­guar, un marchio che non è certo nuovo alla scelta dei tre volumi, ma che ades­so propone ai suoi estimatori una taglia small dopo essersi specializzato per de­cenni nelle large ed extralarge. Il “giagua­rino” si chiama Xe, ha quattro porte ed è lungo 470 centimetri. Le due parole d’or­dine dei progettisti sono state «aggressivi­tà» ed «eleganza»: la prima si incarna in un nuovissimo V6 a benzina da 340 ca­valli, la seconda è in buona parte inter­pretata dal bagagliaio che svetta orgoglioso all’indietro. La Xe è la dimostrazio­ne viaggiante, insieme alla bella Audi A4 Sedan, che oggi un didietro importante non significa ritagliarsi addosso l’imma­gine da “cumenda”: entrambe le vetture hanno grinta da vendere e nelle conces­sionarie cominciano a farsi vedere i pri­mi pentiti della crossover generation.«Le berline più classiche fanno anco­ra status, proprio come gli orologi altret­tanto classici tipo regalo della prima co­munione», dice il designer Roberto Piat­ti, Ceo di Studio Torino. «Non a caso, quando nuovi mercati come la Corea del Sud e la Cina si sono aperti all’automo­bile sulle strade si vedevano solo berline a tre volumi. E, ancora oggi, nonostante l’esplosione dei suv, in tutti questi merca­ti la vettura classica è il simbolo del lusso e della tradizione». Un giudizio che suo­na dolcissimo in casa Mercedes, perché sembra fatto apposta per commentare il successo della Cla, esempio perfetto di berlina 2.0 strettamente imparentata con una filante coupé.«È un’auto di rappresentanza, ma è an­che molto versatile come si conviene a una vettura nata e cresciuta in pieno ter­zo millennio», ha dichiarato al momen­to del lancio Ola Källenius, membro del consiglio d’amministrazione della stella a tre punte. E poi chi vuole strafare può trovare la soddisfazione completa nel­l’ammiraglia Mayback, versione iperlus­so della Mercedes-Benz Classe S che ri­chiede lo stacco di un assegno da 196 mila euro.Chi crede che le tre volumi, per quan­to ridisegnate, siano ancora modelli da guidatore col cappello, dunque, alzi la mano. Resta un dubbio? Toglietevelo vo­lando idealmente fino a Valencia, dove vengono costruite le Ford Mondeo ibri­de destinate all’Europa. Negli States sono iscritte all’anagrafe automobilisti­ca sotto il nome di Fusion e si sono se­gnalate per un record che sa di fanta­guida. Un esemplare ha, infatti, percor­so con un pieno di benzina 1.445,7 mi­glia che, al cambio, fanno la bellezza di 2.326 chilometri. «Ma puntiamo a fare ancora meglio», dice Matt Zaluzec, diri­gente responsabile della ricerca sui nuo­vi materiali, «riducendo drasticamente il peso. Vogliamo arrivare a far pesare una Fusion come una Fiesta anche montan­do un motore tre cilindri da mille centi­metri cubi».Quel propulsore è sbarcato anche in Eu­ropa, ma la moda (e i comandamen­ti dell’ecologia) impongono la Mondeo configurata con un propulsore a benzina due litri e due unità elettriche, una del­le quali deputata alla ricarica delle bat­terie. Così la potenza complessiva è di 187 cavalli, mentre le emissioni di CO2 sono di soli 99 grammi/chilometro. An­cora meglio sa fare un’altra quattro por­te, la Tesla, una grossa berlina con cin­que comodi posti più due optional, de­stinati a bambini, spinta da un elettro­motore anche da 700 cavalli. Scordate­vi però i viaggi lunghi, l’autonomia è li­mitata a 400 km, ma scordatevi anche, per cinque anni almeno, il bollo e il superbollo da pagare. Miracoli delle auto a emissioni zero.Per mettersi al volante una delle nuova regina delle tre volumi si dovrà invece aspettare la fine dell’anno. I mesi necessa­ri per mettere da parte i circa 90 mila euro che saranno il minimo indispensabile per acquistare la Bmw Serie 7 edizione 2015. Lo stile è tanto moderno quanto sontuo­so e tra i motori non manca un «picco­lo» due litri turbo a benzina. Attenzione, però, nel Gotha delle quattro ruote le mi­cragne sono assai mal tollerate: se non si può arrivare alle versioni con i propulso­ri V12 la decenza impone almeno quelle con i V6 o, meglio ancora, i V8 anche se si punta sulla Bmw Serie 6 Gran Coupé o sulla Audi A7 Sportback, rinnovata di recente, nelle versioni S e Rs.E se al solo pensiero il conto in banca si è messo a piangere, meglio tornare con i piedi per terra, per la precisione nel terri­torio della Repubblica Ceca, patria della Superb, modello di rappresentanza del­la Skoda. Il patrimonio è salvo, con 25 mila euro l’affare è fatto, e le soddisfa­zioni sono notevoli soprattutto se si opta per il turbodiesel da 190 cavalli. Il fasci­no non è quello della DeLorean di Ritor­no al futuro, ma un Oscar per la raziona­lità nella scelta è assicurato…