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Hi-Tech

Le sette virtù capitali dei videogame

Più rapidi nel prendere decisioni, intelligenti e colti, meno stressati, ma con ottime capacità di leadership e performance sensoriali: così chi non disdegna di mettersi alla prova con un joypad si scopre un manager migliore

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Lo sapevate che i videogame sono perfetti come antidepressivi e che se giocate a Call of Duty domani sarete manager migliori sul lavoro? Strano, ma vero. Diverse ricerche, condotte da istituti e università di tutto il mondo, anche in Italia, hanno scoperto che i videogame possono essere una risorsa per migliorarci, sviluppare o mantenere le nostre abilità e addirittura per combattere i mali del nostro tempo. Insomma, da passatempo per nerd, per ragazzini asociali e senza amici, a mercato di massa con un giro d’affari stimato in oltre 80 miliardi di dollari l’anno e incassi superiori a cinema, musica o letteratura. Un viaggio, quello dell’industria dei videogame, che è stato lungo e difficile. Ci sono state accuse, processi in tribunale, alcuni vedevano nei videogiochi la causa di tragedie inesplicabili come la strage del liceo di Columbine, nel 1990, quando due giovani ragazzi americani uccisero 13 persone. «La colpa è di Doom», dissero ai tempi. Id Software, creatore di quel gioco d’azione, uno dei primi sparatutto in soggettiva, venne persino portato in tribunale: fu dichiarato innocente, ma la caccia alle streghe era già cominciata. I videogiochi, insomma, hanno dovuto faticare per trovare la loro definitiva collocazione nella società moderna. Un processo normale: prima dei videogame, era toccato al cinema, alla Tv, ai fumetti, alla musica rock. Ogni novità è sempre accompagnata dalla diffidenza di chi, quella novità, non è in grado di comprenderla fino in fondo. Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato…

CONTRO LA MALATTIA

POSSONO CREARE LA DIPENDENZA

1. Solo per grandi condottieri L’Università di Rochester ha condotto uno studio su come i videogiochi possano influenzare il nostro modo di prendere decisioni. Il risultato, pubblicato sul sito ufficiale dell’università inglese, è sorprendente. Chi gioca a titoli d’azione come Call of Duty, Halo o Unreal Tournament, prende decisioni più velocemente del 25%. Lo studio è stato condotto su un gruppo di persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Il merito è da attribuire al fatto che questi giochi d’azione richiedono riflessi fulminei e una capacità di sapere sempre cosa sta avvenendo intorno al giocatore, così da prendere le decisioni nel minor tempo possibile. Meglio, ad esempio, nascondersi e aspettare l’avversario o andare a cercarlo? È più efficiente usare un’arma o un granata? Sono scelte che, in un videogame, si fanno ogni secondo e questo aiuta il cervello ad analizzare più informazioni in minor tempo. Una qualità indispensabile anche nel mondo del lavoro.

2 Meglio dei libri di scuolaChe imparare divertendosi sia più semplice è cosa risaputa. E visto che i tempi cambiano e la tecnologia è sempre più parte integrante del nostro sistema scolastico, c’è chi ha pensato di utilizzare i videogame per insegnare la storia. Giochi come Civilization e la serie di strategici militari Total War sono stati spesso sfruttati per insegnare ai più piccoli il nostro passato, o per raccontare le grandi battaglie che hanno segnato il destino dell’umanità. Un riconoscimento che è arrivato non solo da diverse scuole, ma anche da aziende importanti come la Bbc, la televisione nazionale inglese, e il canale satellitare History Channel: entrambi hanno utilizzato i videogame della serie Total War per ricostruire in 3D eventi storici di enorme importanza. Il risultato è che chi gioca a questi titoli ha una capacità di apprendere più rapida rispetto agli alunni normali.

3 Amicizie reali L’Associazione psicologi americana (Apa) ha da poco pubblicato i risultati di uno studio che capovolge una delle credenze più comuni sui videogame, ovvero che giocare tenda a far diventare i ragazzi asociali, li spinga a rimanere nel virtuale e a non confrontarsi con il reale. Secondo lo studio, giocare a titoli on line come World of WarCraft aiuta i più giovani ad aprirsi al prossimo. «Questi giochi impongono la collaborazione con altri esseri umani: solo lavorando in team si ottengono i risultati migliori. Questo obbliga ad aprirsi, a prendere decisioni a vantaggio del gruppo, a essere meno egoisti», scrive Isabela Granic, docente a capo della ricerca. Molto spesso queste amicizie virtuali diventano poi reali, vengono organizzati incontri e possono nascere rapporti veri, duraturi. World of WarCraft è in ottima compagnia: anche Farmville, uno dei titoli più diffusi su Facebook e uno dei fenomeni di maggior successo nel mondo dei videogame degli ultimi anni, è un titolo che stimola ad aprirsi e ad accettare il prossimo, prendendosi cura di lui. «I videogiochi esercitano un grande potere sulla nostra mente, soprattutto su quella dei più piccoli. Possono guidarli, aiutarli, indirizzarli verso la direzione più giusta. Non c’è alcun dubbio che in futuro saranno sempre più usati in campo medico e terapeutico», conclude la dottoressa Granic.

4 Inno all’intelligenza«Smettila di giocare, che ti fa male», dicevano sempre i genitori preoccupati. Ora, lungi da noi sostenere che giocare per diverse ore di fila faccia bene – si sa che il troppo stroppia – eppure, sembra proprio che passare del tempo davanti alla Tv con un controller in mano faccia diventare più intelligenti. Nel senso che sviluppa il cervello, lo migliora, lo ingrandisce. Un gruppo di ricercatori tedeschi, ad esempio, ha condotto una ricerca facendo giocare, per 30 minuti al giorno per un mese, dei ragazzi dell’età media di 25 anni con Super Mario 64. Analizzando i risultati e mettendoli a confronto con persone che invece non avevano toccato un videogame per lo stesso periodo di tempo, si è scoperto che chi aveva giocato aveva più materia grigia in diversi punti del cervello, in aeree responsabili della formazione della memoria, delle abilità motorie e della pianificazione delle decisioni. Insomma, grazie a Super Mario 64 erano diventati “più intelligenti”. Una ricerca simile è stata effettuata in Inghilterra, dove un gruppo di studiosi ha dimostrato che affrontare le sfide del gioco di strategia StarCraft rendeva i soggetti del test più furbi, più abili nel prendere decisioni e nel risolvere problemi rispetto a chi invece non aveva provato quel titolo. Non è un caso se oggi i videogame vengono utilizzati per aiutare i più anziani a tenere in allenamento il cervello: il gioco Neuro Racer, ad esempio, è stato studiato per esercitare il cervello delle persone più avanti con l’età, aiutandole a migliorare l’attenzione e la memoria. Il titolo, un semplice game di guida, è stato sviluppato dal dottor Adam Gazzaley dell’Università della California. «Sono assolutamente convinto che giocare a Neuro Racer aiuti molto di più di fare un cruciverba», ha dichiarato Gazzaley in un’intervista.

5 Emotivamente positiviChe sia tempo di lavorare, andare a scuola o semplicemente stare in famiglia, essere di buon umore è fondamentale per affrontare al meglio i nostri impegni. Dall’ansia alla depressione, sono molte le minacce che possono mettere a repentaglio la nostra serenità e, di conseguenza, la nostra salute. Anche in questo caso, i videogame possono essere d’aiuto, perché influiscono sul nostro stato d’animo, tenendo a bada l’ansia e la paura di fallire. Un esempio? Angry Birds è stato oggetto di diverse ricerche, secondo le quali chi passa un po’ di tempo con il fortunato titolo sviluppato da Rovio è meno soggetto ad attacchi d’ansia. Non solo: una recente ricerca negli Stati Uniti ha concluso che giocare a certi videogame, come Kinect Sport Rivals per Xbox One, rilasci endorfine nel cervello: un toccasana non solo per migliorare l’umore, ma anche per tenere a bada il dolore dovuto a un intervento chi rurgico, ad esempio. Alcuni studi dentistici della California utilizzano i videogame come antidolorifico, consigliando ai pazienti di giocare tot minuti al giorno per sentire meno dolore.

6 Sensi all’ertaI videogiochi fanno male alla vista. Esattamente come un film o una serie Tv, stare troppo tempo davanti a uno schermo rischia di causare dei problemi ai nostri occhi. Verissimo. Eppure, c’è anche l’altro lato della medaglia. Perché i videogame possono aiutarci a migliorare la nostra soglia d’attenzione, ad avere una vista più acuta. Giocare a titoli come Battlefield tiene i nostri occhi in costante allenamento, permette di essere più veloci nell’analizzare un’immagine. Ma la vista è solo uno dei sensi che i videogiochi possono migliorare. Wii Tennis e Wii Sports, ad esempio, aiutano ad avere un tatto più sensibile. Un test svolto su alcuni chirurghi professionisti ha dato risultati sorprendenti: giocare alla Wii migliora la sensibilità nelle mani e la precisione. Non a caso stanno nascendo diversi “simulatori” di operazioni chirurgiche con grafica 3D e controlli del tutto simili a quelli di un videogame: serviranno ad addestrare i chirurghi del futuro e a provare virtualmente nuove tecniche operatorie.

7 Leadership crescenteQuandary è un videogame gratuito in cui bisogna guidare l’umanità verso una nuova vita nello spazio. Bisogna prendere delle decisioni, stabilire che tipo di società si vuole fondare, prendersi cura dei coloni della nostra astronave. Ogni scelta da affrontare è stata studiata per spingere i bambini a occuparsi dei loro cittadini, a risolvere problemi, ad agire con risolutezza. È solo un esempio di quanto i videogame possano insegnare ai più piccoli ad essere più responsabili. Giochi come The Sims o il famoso Sim City vengono spesso utilizzati nelle scuole per insegnare educazione civica. Aiutano a diventare più pratici, insegnano a organizzare il lavoro, a dividersi i compiti. Famoso è il caso di Heather Newman, una donna americana che ha inserito nel suo curriculum vitae il tempo passato a giocare a World of WarCraft, dove doveva gestire la vita di 40 amici e membri del suo gruppo. «Gli davo compiti molto precisi, organizzavo tutto nei minimi dettagli. Un’esperienza che mi ha insegnato a essere leader, a impormi, per questo l’ho inserita nel mio cv», ha raccontato al Wall Street Journal. Risultato? Newman è stata assunta dall’Università del Michigan. Sempre più aziende guardano all’esperienza da giocatore come a un bonus in più per il candidato ideale.