Gusto
Dove il tempo (e non solo) è denaro
Il detto popolare diventa realtà nei pay per minute café. Ma possono valere molto anche baci e cortesia. Provare per credere
La catena statunitense Starbucks ha fatto la sua fortuna offrendo agli americani, e poi al resto del mondo, un locale accogliente dove trascorrere anche l’intera giornata, al solo prezzo di un caffè.
A Londra, invece, lo Ziferblat Bar (dell’omonima catena russa) sta asando il suo successo sul concetto opposto: non si sborsa un centesimo per cibo e bevande, ciò che si paga è il tempo trascorso al suo interno. Così i clienti possono ordinare tutto ciò che vogliono (anche nulla) o prepararsi da soli qualcosa in cucina – a patto che poi lavino le stoviglie utilizzate – pagando poco più di due euro l’ora. E per non perdere la cognizione del tempo, il 388 di Old Street mette a disposizione comode sveglie.
Stessa cosa avviene anche in Germania, allo Slow Time Café di Wiesbaden. Non solo. Da un anno un ristorante di Napoli, il Tandem, ha pensato a qualcosa di simile: ragù, pane per la scarpetta e vino frizzante (o spaghetti al ragù e vino a volontà) un euro al minuto. Il piatto costa cioè in base al tempo impiegato a mangiarlo, da soli o in compagnia. Basta chiedere del Tandem menu.
DOPO IL CIBO, ANCHE IL METODO DI PAGAMENTO
SI TRASFORMA IN UN’ESPERIENZA ALTERNATIVA
Insomma, è proprio vero che il tempo è denaro. Ma non è l’unica opportunità di pagamento “alternativo”. A Nizza, per esempio, il Petite Syrah Café garantisce uno sconto a chi è più gentile; mentre a Sidney il Metro St. James bar ha lanciato l’iniziativa “Pay with a kiss”: dalle 9 alle 11 del mattino caffè e brioche sono offerti ai clienti che si scambiano un romantico bacio.
Cucina 2.0:
AL BANCONE C’È PIÙ GUSTO
Credete che mangiare al bancone sia un ripiego? Vi sbagliate. La “vista barman” va di moda e Secondo The Wall Street Journal è il posto migliore per gustare un buon piatto. La tendenza, nata come spesso acc ade Oltreoceano, è sbarcata anche in Europa e in Oriente. Non solo si possono ammirare gli chef ai fornelli e farsi consigliare drink da chi se ne intende, ma spesso ci si garantisce la stessa cena a prezzo ridotto. il Firefly di Washington e il Drake di San Francisco hanno dovuto raddoppiare i posti al bancone, mentre gli sgabelli del Gotham Bar & Grill della Grande mela sono sempre occ upati da newyorkesi ansiosi di sedersi di fronte ai vassoi di legno che ne “apparecchiano” il bancone di marmo. e anche accomodarsi al Café Trussardi di Milano è diventato difficile. Attenzione però, il bancone non sempre garantisce un conto leggero. Pasteggiare a granchi reali e champagne in uno degli Atelier di Joël Robuchon (Parigi, Londra, fino a Hong Kong) può richiedere cifre da capogiro.
CHEF HI TECH
Dalla collaborazione tra Ibm e l’Istituto di educazione culinaria di New York, un cervellone potrebbe rivoluzionare la cucina internazionale. Avete capito bene, la multinazionale hi tech ha letteralmente messo sulle strade un nuovo food truck, ossia un camion attrezzato di cucina, altrettanto tecnologico. Se, infatti, a preparare i piatti sono chef in carne e ossa, a sfornare le ricette è un supercomputer cognitivo (quindi in grado di imparare dai suoi errori): si tratta di Watson, lo stesso che qualche anno fa sconfisse per la prima volta i concorrenti “umani” del quiz statunitense Jeopardy. Utilizzando algoritmi sofisticati, il “cervellone” inventa piatti nuovi che i cuochi a bordo realizzano senza lasciarsi coraggiare da accostamenti di ingredienti a volte molto arditi
Credits Images:Lo Ziferblat di Londra