Attualità
Pagamenti con lo smartphone, la tecnologia c’è (il resto un po’ meno)
Dalle Poste al benzinaio, dal fruttivendolo al supermercato. Mini-inchiesta del mensile You Tech sui pagamenti contactless in Italia. Ecco com’è andata
La tecnologia arriva dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti, dove ormai anche il caffè si può pagare con un semplice movimento della mano. Stiamo parlando dei pagamenti via smartphone, evoluzione dei pagamenti contactless, quelli che si fanno con apposite carte, sfiorando il Pos abilitato. In Italia questa tecnologia c’è, ormai da diverso tempo, ma non viene praticamente utilizzata. I motivi? Non è questione di adeguamento dei sistemi – o almeno, non solo – ma di mentalità: spesso sono gli stessi negozianti o dipendenti che non conoscono i sistemi o sono diffidenti nell’utilizzarlo.
L’INDAGINE. Lo stato dei pagamenti via smartphone in Italia, pubblicizzato da ormai tutti i servizi di carta di credito, è stato testato da You Tech, il mensile interattivo e gratuito per tablet, che, dalle Poste ai bar, dal fruttivendolo al benzinaio, dal supermercato al ristorante, si è spesso trovato a dover tirare fuori i contanti per pagare un servizio o un prodotto. Com’è possibile leggere nell’indagine pubblicata sul numero di giugno (qui il download gratuito della rivista) in Italia i pagamenti, soprattutto quelli di pochi euro, vengono negati per le commissioni bancarie troppo alte; ma accade anche che dal benzinaio o al supermercato, le operazioni – andate a buon fine – vengano bloccati dai commessi, diffidenti di fronte alla nuova tecnologia. Per non parlare degli uffici postali, dove ci si trova di fronte a un vero e proprio muro: pagamenti solo in contanti, nemmeno carte di credito.