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Napolitano: “Non credo a un’Europa che torna indietro”

Su Raitre a ‘Che tempo che fa’, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano difende a spada tratta l’Ue, pur ammettendo che è stata lenta nel reagire alla crisi economica

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Nessun accenno alla politica del nostro Paese. In compenso, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha presentato l’apologia dell’Ue, parlando a tutto tondo di Europa, moneta unica, recessione ed euroscettici a Che tempo che fa, il programma di Raitre condotto da Fabio Fazio. La puntata, registrata in Quirinale, prendeva spunto dal nuovo libro del presidente della Repubblica: La via maestra – L’Europa e il ruolo dell’Italia nel mondo. “L’Europa per molti rappresenta soltanto la politica di austerità invece è nata per garantire la pace”, ha sottolineato il Presidente. “Una pace che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento: al centro dei due conflitti, c’era stata soprattutto la terribile contrapposizione tra Francia e Germania. Riconciliare Francia e Germania fu il primo capolavoro di coloro che realizzarono l’Europa Unita”. Secondo il Presidente, l’unica pecca dell’Ue è stata quella di aver reagito tardi alla crisi economica, generando la delusione dei così detti euroscettici: “Di fronte a una crisi di cui non c’erano precedenti nel mondo da molti decenni, l’Unione ha reagito tardi, ha reagito tra molte difficoltà e in modo anche discutibile, e non è riuscita a stabilire un rapporto più diretto coi cittadini, innanzitutto in termini di informazione, di comunicazione come base di un coinvolgimento, del sentirsi in qualche modo partecipi delle decisioni e delle scelte che venivano fatte. Questo è un grosso tema che è oggi all’ordine del giorno”.

Questo però non è sufficiente per mettere in crisi l’opportunità dell’Ue. “Se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Non credo a un’Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo” . Il Presidente si dimostra invece aperto all’elezione, a suffragio universale, di un presidente europeo: “Penso che questa sia una prospettiva da tenere aperta. Per il momento si fa, proprio ora in queste elezioni, un grosso passo in avanti con la designazione da parte dei partiti europei dei propri candidati al ruolo di presidente della Commissione europea che sarebbe organo di governo dell’Unione europea”.