Attualità
Tutti pazzi per il poker
Tra partite sul web, scuole professionali e associazioni sportive il gioco d’azzardo per eccellenza ha conquistato gli italiani. Basti dire che il gaming on line dovrebbe rendere 1,5 miliardi di euro entro la fine del 2009
Nonostante siano trascorsi secoli dalla sua nascita, il gioco del poker continua a far sognare intere generazioni. Da star dei più prestigiosi casinó internazionali, a protagonista di trasmissioni Tv, ecco che oggi è tra gli skill games più gettonati del web. Se finora i giocatori più accaniti erano gli stessi Americani che hanno contribuito a farlo conoscere in tutto il mondo, da quando lo Stato italiano ha ufficialmente legalizzato il gioco da poker online “for money” nel settembre del 2008, gli italiani si sono dati molto da fare. Gli ultimi quattro mesi del 2008, le giocate hanno fruttato allo Stato ben 242 milioni di euro (fonte: Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato). Un dato già superato nei soli mesi di gennaio e febbraio 2009 con circa 284,9 milioni di euro di giocate (fonte: Aams). Tanto che, in tempo di crisi, il poker on line sembra essere diventato uno dei tanti mezzi ai quali fanno ricorso milioni di italiani per arrotondare lo stipendio. Il guadagno relativamente facile e immediato che offre questa tipologia di gioco sta suscitando molto interesse. Tuttavia, se il gaming on line si sta diffondendo a macchia d’olio lungo l’intera penisola conquistando un pubblico trasversale – uomini e donne, giovani o meno, impiegati o manager – il tradizionale gioco “live” non ha per niente le ore contate. Le emozioni, quelle vere, si sperimentano dal vivo e gli appassionati di poker non hanno alcuna intenzione di staccarsi dal loro amato tavolo da gioco. Al contrario. Non dimentichiamoci che nessuno schermo di computer al mondo potrà mai parlare chiaro quanto il volto di un avversario seduto di fronte a noi. Sfatato il mito del poker come azzardo, ora è giunto il momento di considerarlo per quello che è sempre stato, un vero e proprio gioco di abilità e di psicologia.
Navigando in internetChi di voi naviga quotidianamente su Internet, sarà di sicuro già stato invitato più volte a cliccare su siti di giochi on line che promettono gustosi e immediati guadagni. Siate molto cauti nel farlo. Per operare in tutta sicurezza, scegliete tra la cinquantina di concessionari autorizzati al gioco che conta oggi l’Italia (è a vostra disposizione, sul sito ufficiale dell’Aams, www.aams.it, la lista completa e aggiornata). Oltre alle giocate, molti di questi offrono lezioni gratuite ai visitatori insegnando le mosse basiche. Sono generalmente noti giocatori professionisti italiani diventati nuovi testimonial di questi siti, ad affiancare i principianti con consigli vari. Tra loro, Dario Alioto, 24enne siciliano campione nella variante Omaha del Texas Hold’em, che presta il volto a Sisal Poker, il canale di Sisal Matchpoint dedicato al poker sportivo on line, ed è anche tutor della Sisal Poker school, percorso di apprendimento tramite il quale avvicinarsi e appassionarsi al gioco. Ma anche il campione italiano Max Pescatori, vincitore del prestigioso World Series of Poker (www.worldseriesofpoker.com) di Las Vegas nel 2006 e nel 2008 e del Campionato italiano di poker nel 2007. «L’on line permette a un giocatore di cimentarsi a qualsiasi ora e a qualsiasi livello con tantissimi altri giocatori. Inoltre in Italia il gioco è regolato dallo Stato, che tutela il giocatore» spiega Pescatori. E aggiunge: «L’iscrizione ai tornei on line varia da 0,5 euro a 100 euro. Penso sia fondamentale per qualsiasi giocatore indipendentemente dalla propria aspirazione. È un fantastico modo per imparare e migliorare. In dieci lezioni da studiare con pazienza e attenzione potete affrontare al meglio anche i tornei più impegnativi. E non dimenticherei che si possono vincere anche cifre interessanti». Il fenomeno del poker on line, che sta esplodendo in Italia in questi mesi e che, secondo le stime dell’Aams, dovrebbe rendere 1,5 miliardi di euro entro la fine del 2009, è un fenomeno già consolidato da molti anni nei Paesi anglosassoni. Ma fidatevi, se volete assaporare tutte le sfumature del poker, dovreste farlo confrontandovi con la realtà vera e lasciando da parte quella virtuale. Solo scendendo in campo vi farete le ossa, comincerete ad assomigliare a un autentico giocatore di poker: «Misurarsi costantemente con il prossimo e con i giocatori che più stimo è bellissimo. Vincere un torneo con migliaia di partecipanti è un’emozione unica, un’emozione che auguro a tutti di provare» racconta Max Pescatori.
Poker sportivoSe da appassionato, il vostro obiettivo non è certo quello di guadagnare soldi ma di seguire le orme dei campioni acquisendo, a poco a poco, il loro spirito, la loro tecnica e la loro stoffa, la Federazione Italiana di Poker Sportivo (www.fipos.it) fa per voi. Fondata da Furio Maglione nel 1991, oggi guidata da Michele Aduani e affiancata da un’importante rete di associazioni affiliate e circoli sparsi in tutta Italia (circa 50), la Fipos promuove, da ormai quasi 20 anni, il poker sportivo come un gioco della mente, di pazienza e di abilità dalla riscoperta dimensione ludica e sociale. «A poker sportivo si gioca soprattutto per migliorare, divertirsi e socializzare» spiega Michele Aduani, presidente della Fipos. Prendendo la tessera (sono attualmente 10 mila i tesserati) la cui quota annuale ammonta a 25 euro, potrete partecipare ai numerosi tornei di squadra organizzati dalla federazione e salire nella classifica. «Il nostro obiettivo a lungo termine», continua Aduani, «è di riuscire a fare riconoscere il poker sportivo dal Coni come un vero e proprio sport». I tavoli della Federazione, dove si gioca prevalentemente al Texas Hold’em, sono sicuramente una delle migliori scuole per chi intende, chissà, magari un giorno entrare nel giro e contare tra le poche privilegiate star del poker internazionale. Il consiglio di Max Pescatori: «Giocate, giocate, giocate e osservate come giocano le loro carte i campioni. Poi magari discutete con i vostri amici alcune mani. Il tutto vi aiuterà moltissimo».
Campioni si diventaSe gli Usa rimangono tuttora la patria del poker e Las Vegas il suo Eldorado, l’Italia, in termini di grandi campioni, non è da meno. Milanese doc, Max Pescatori, conta oggi tra le stelle del poker internazionale. Il “pirata italiano”, come è stato soprannominato, dopo numerosi anni esclusivamente dedicati alla pratica quotidiana, è entrato a far parte del cerchio ristretto dei giocatori privilegiati che di una passione hanno fatto una vera e propria professione.«Un giorno, dopo l’ennesima sessione vittoriosa, all’Horseshoe di Las Vegas, un giocatore mi disse: “Mi sa che diventerai un pro”. Aveva ragione e dopo un anno circa lasciai il lavoro per dedicarmi esclusivamente al poker» racconta Pescatori. Di questo sport, dice di amare: «In primis il principio di equità: età, stazza, sesso, razza, disponibilità finanziarie, ecc… in un torneo di poker non contano. Tutto è equo in un torneo: tutti partono nello stesso modo, pagando la medesima quota di iscrizione, tutti con la stessa quantità di risorse (le chips con cui vengono fatte le puntate, ndr). Alla fine vince il migliore, sempre che sia assistito dalla fortuna…».Se la pratica e la dedizione spesso pagano, è chiaro che non tutti possono pretendere di sfondare in questo campo. La vita di un giocatore professionista di poker è molto simile a quella di un tennista: visita città e Paesi spesso diversi, con il vantaggio che la sua carriera può durare e andare avanti fino a tarda età. La sua agenda viene organizzata a seconda dei tornei ai quali partecipa. Il “pirata italiano” è categorico: «È necessario avere tante abilità per essere un campione: matematica, psicologia, coraggio, tecnica di gioco, sono i quattro requisiti a mio parere fondamentali. Ci sono però dei giocatori professionisti di successo che peccano in una delle abilità descritte e hanno comunque un’ottima carriera. L’importante è lavorare sulle proprie debolezze».
JACKPOT MILIONARIO Le vincite record al Main Event del World Series of Poker | |
12 milioni di dollari vinti da Jamie Gold nel 2006 | 8.250.000 dollari da Jarry Yang nel 2007 |
9.119.517 dollari da Peter Eastgate nel 2008 | 7.500.000 dollari da Joe Hachem nel 2005 |