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Investire nei Btp? L’opinione dei banchieri italiani a Londra

Un reportage mostra il volto dell’alta finanza, dove si investe in Gilts anche se il Regno Unito è messo peggio del nostro Paese, “ma è più credibile”, e dove si è pronti a comprare titoli italiani “se sono un affare, perché l’obiettivo è fare soldi”

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Le gigantesche dimensioni del debito pubblico italiano non sono dovute solo al passato, dal 1997 è cresciuto da 1.200 a 1.900 miliardi di euro. Ogni anno lo Stato deve emettere nuove obbligazioni per finanziare questo debito che, fino a pochi mesi fa, era finanziato al 50% da italiani e al 50% degli stranieri. Questo inevitabilmente ci ha esposto al giudizio di investitori stranieri. Quest’anno l’Italia dovrà emettere 200 miliardi di buoni del tesoro poliennali, ma se gli investitori cominciano ad avere preoccupazioni sull’Italia, a un certo punto compreranno più Btp, e venderanno quelli che hanno. Per questo il presidente del Consiglio, Mario Monti, è volato recentemente a Londra, nel centro finanziario più importante del mondo: per convincere gli stranieri a investire sull’Italia. Anche Stefano Maria Bianchi, per Servizio Pubblico, è andato a Londra in occasione del viaggio di Monti, un reportage che mostra il volto dell’alta finanza, dove si investe in Gilts (buoni del tesoro inglesi) anche se il Regno Unito è messo peggio del nostro Paese, “ma è più credibile”, e dove si è pronti a comprare titoli italiani, “se sono un affare, perché l’obiettivo è fare soldi”.