Crisi Valtur, azienda verso l’amministrazione straordinaria

Ventidue strutture recettive in Italia e all’estero, un fatturato di circa 200 milioni di euro ma, al tempo stesso, un indebitamento di 303,6 milioni di euro, di cui 62 verso le banche, 85 verso i fornitori e 96 nei confronti di Erario ed istituti di previdenza. Sono questi i numeri principali di Valtur, azienda italiana specializzata nel mercato turistico che per preservare la “continuità aziendale e la salvaguardia dei livelli occupazionali ” sceglie la strada dell’amministrazione straordinaria. La decisione è stata comunicata nel pomeriggio di giovedì 13 ottobre, quando il tour operator siciliano – che fa capo alla famiglia Patti e la cui operatività quotidiana, si sottolinea, procede nell’assoluta normalità – ha depositato al ministero delle Attività produttive l’istanza per l’ammissione alla legge Marzano. Il piano, presentato da Vincenzo Mariconda (noto alle cronache finanziarie come presidente del gruppo immobiliare Risanamento) e Mario Porcaro, è stato concepito “per essere realizzato nel minor tempo possibile. Per abbattere l’indebitamento finanziario è prevista la dismissione di immobili ‘non core’ e villaggi che possono essere utilizzati in locazione per oltre 110 milioni di euro”, poi il via a un aumento di capitale fra i 30 e i 50 milioni di euro”. Dopo la grave crisi che ha colpito il settore turistico a partire dal 2008, nel corso di quest’anno la società italiana spiega di aver sofferto della “particolare situazione congiunturale e dell’inaspettata crisi dei Paesi del Maghreb – che ha ridotto drasticamente i flussi turistici verso Tunisia ed Egitto – paesi nei quali l’azienda aveva investito in maniera importante”. Ad incrinare la situazione, anche il dilungarsi delle trattative per le dismissioni degli immobili ‘non core’ che erano state previste nel primo semestre di quest’anno.