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Attualità

L’editore Danilo Iervolino indagato per corruzione a Napoli

Un’inchiesta della Procura sull’iter per la “scissione” di un patronato porterà sul banco degli imputati sette persone, tra cui l’attuale patron della Salernitana ed editore de L’Espresso, ai tempi proprietario dell’Università telematica Pegaso

architecture-alternativo Danilo IervolinoCredits: Photo by Jonathan Moscrop/Getty Images

È fissata per il 24 novembre a Napoli l’udienza preliminare che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’attuale segretaria generale del ministero del Lavoro, Concetta Ferrari, il segretario generale del sindacato Cisal, Francesco Cavallaro, e altre cinque persone, tra cui l’imprenditore ed editore, Danilo Iervolino, oggi proprietario della Salernitana ed editore de l’Espresso, ma all’epoca dei fatti contestati proprietario dell’Università telematica Pegaso.

Napoli: la procura indaga sulla scissione del patronato Encal-Inpal

In base a quanto riportato da Repubblica, al centro delle indagini della Procura c’è l’iter di scissione del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal per il quale, dopo un precedente parere negativo rilasciato dal Ministero nel 2018, il 24 giugno 2019 era arrivato il “nulla osta”. Secondo la Procura Ferrari e un’altra dirigente ministeriale avrebbero ricevuto in cambio utilità o favori da Cavallaro. Tra questi, secondo i pm, ci sarebbe il contratto di assunzione di Antonio Rossi, figlio di Ferrari, come professore straordinario all’università Pegaso.

Va sottolineato che nei confronti di Ferrari e Cavallaro i pm avevano chiesto a marzo gli arresti domiciliari, ma la richiesta è stata respinta dal gip e poi, a metà settembre, anche dal Tribunale del Riesame che non ha ravvisato i gravi indizi.

La replica dei diretti interessati

“Prediamo atto della diffusione, tardiva e non casuale, di questa notizia”, ha commentato all’Ansa l’avvocato Alessandro Diddi, legale di Concetta Ferrari. “Peccato che siano già state chieste delle misure cautelari per gli indagati, tutte rigettate dal giudice per le indagini preliminari sia dal Tribunale delle Libertà di Napoli”. Dello stesso tenore , riporta l’agenzia di stampa, il commento dell’avvocato Domenico Colaci, difensore di Cavallaro: “Colpisce il fatto che chi ha divulgato la notizia si sia guardato bene dal dire che il competente Tribunale della Libertà, con venti pagine di motivazione, ha ritenuto insufficienti finanche i semplici indizi di colpevolezza a carico del mio assistito”.

Attraverso una nota l’Università Pegaso ha precisato che “si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela”.

Su Repubblica è presente anche il punto di vista di Danilo Iervolino, assistito dall’avvocato Giuseppe Saccone. L’imprenditore ha respinto energicamente le accuse. «Non so assolutamente niente degli episodi che mi vengono contestati, non sono mai andato al ministero del Lavoro, non ho assolutamente contezza di cosa sia avvenuto in quel patronato. Non sapevo nulla. Sarà un’altra bolla di sapone. Chiederei al ministro della Giustizia di valutare tutti i procedimenti istruiti nei miei confronti e di verificarne i costi. Sono una persona che rispetta ossessivamente la legge. Tutte queste indagini mi hanno provocato grande disagio personale e familiare che mi ha spinto a vendere l’impresa a un terzo di quello che valeva e io, un giovane imprenditore di successo, mi sono visto costretto ad andare via da Napoli».