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Confindustria: crescita quasi nulla nel terzo trimestre
Secondo il Centro studi confindustriale per l’Italia si profila debolezza della domanda e minor forza di quella estera. L’aumento della disoccupazione frena i consumi
Per l’Italia si profilano debolezza della domanda interna e minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici. È il giudizio del Centro studi di Confindustria che nella sua analisi mensile registra per il terzo trimestre del 2011 una “crescita quasi nulla”, dopo che nel secondo si era raggiunto” un aumento dell’1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil”. Nel rapporto gli analisti del centro studi segnalano che “gli indicatori puntano a una nuova e prolungata fase di variazioni del Pil che saranno molto difficilmente superiori all’1% annuo”. Inoltre gli indici Pmi hanno rilevato in giugno ordini calanti nel manifatturiero (47,5, minimo da 20 mesi, da 51,1) e nel terziario (47,4, da 50,1). “L’aumento dei tassi Bce – segnala Confindustria – ostacola la ripresa e accentua le difficoltà dei debitori, specie con il credito bancario sempre molto selettivo”.
Mercato del lavoro. A frenare i consumi la debolezza del mercato del lavoro in Italia che “rimane debole”. A maggio il tasso di disoccupazione è salito all’8,1% (+0,1 su aprile) e al 28,9% (+0,4) tra i giovani sotto i 25 anni, mentre a giugno la percentuale di imprese che si attendeva una riduzione del numero di addetti nei successivi tre mesi (17,5%) è tornata a essere superiore a quella di quante prevedevano un incremento (16,%): un deterioramento che ricalca quello delle previsioni delle aziende sulle condizioni economiche in cui operano. Non a caso, spiega il Centro studi, “i consumi risentono delle difficoltà occupazionali e della dinamica dei prezzi al consumo: vendite al dettaglio e immatricolazioni di auto hanno un profilo piatto» e «la domanda interna ristagna”.