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Diritti Tv, la Lega calcio spaccata in due: in ballo 200 milioni

Salta l’assemblea dei club di Serie A che non riescono a trovare un punto d’accordo sulla ripartizione di una percentuale dei diritti televisivi. Da una parte i 5 ‘grandi’ club di Serie A (Milan, Inter, Roma, Juventus e Napoli), dall’altra gli altri 15, divisi sul significato del termine “sostenitori”

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Cosa vuol dire “sostenitore”? Sul significato di questo termine e sulla ripartizione dei diritti televisivi delle partite il gotha del calcio italiano si spacca in due. C’è chi pensa al sostenitore come a qualsiasi persona che in qualche modo segue una certa squadra (quindi “simpatizzanti”, “appassionati” o “partecipanti”) e chi sostiene che il vero sostenitore – visto che di diritti Tv si parla – è quello che guarda le partite in televisione. Perché tutta questa confusione su una sola parola? Perché in ballo ci sono ben 200 milioni di euro da ripartire fra le 20 squadre di Serie A. La legge Melandri (dl n. 9 del 2008), che ha ripristinato la vendita collettiva dei diritti tv (circa un miliardo di euro l’anno), dispone che i proventi dei diritti vengano ripartiti secondo il seguente schema: una percentuale alle categorie minori e ai settori giovanili, circa il 40% in parti uguali, circa il 30% in virtù dei risultati sportivi e circa il 30% (i 200 milioni in questione) in base ai bacini d’utenza, ovvero ai sostenitori, da identificare secondo sondaggio. E proprio su questo termine la Lega Calcio si è spaccata in due: da una parte i cinque grandi club di Serie A (Milan, Inter, Roma, Juventus e Napoli) che sostengono la tesi dei ‘sostenitori’ televisivi, dall’altra gli altri 15 club vorrebbero una definizione del bacino d’utenza che tenesso conto anche della vendita dei biglietti allo stadio e del merchandising delle società.La situazione è in forte stallo, ieri i 15 club minori hanno disertato l’assemblea di Lega, rinviata ora al 16 maggio. La mossa decisa anche in virtù dell’appuntamento di mercoledì 4 maggio in cui la Corte di Giustizia Federale si dovrà esprimere sul ricorso dei cinque club di Serie A; un ricorso contro la delibera dell’assemblea del 22 aprile scorso quando 15 contro 5 avevano deciso di affidare al Consiglio di Lega l’attuazione di una delibera che identificava Doxa, Crespi e Sport und Markt come le tre società demoscopiche che devono realizzare la ‘conta dei sostenitori’ prevista dalla legge. Comunque andrà a finire il primo anno di vita della nuova lega di A, insoddisfatta sulla legge per gli stadi e che ha subito le perdite economiche e di immagine del fallimento di Dahlia tv, non può definirsi certo positivo.