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A St Moritz paghi lo skipass in Bitcoin
La località sciistica elvetica accetta la criptovaluta per pagare l’accesso alle piste: svolta o pubblicità?
Euro? No Bitcoin. A St Moritz si paga così lo skipass. La celebre stazione sciistica svizzera ha deciso di convertirsi alla criptovaluta. Unica nella Confederazione elvetica, Sankt Moritz accetta la moneta virtuale così discussa per le sue fluttuazioni e la bolla che ne ha fatto lievitare il valore nel 2017. La località invernale dei vip sembra dunque dare fiducia ai Bitcoin equiparandoli ai franchi e all’euro.
Guai con i Bitcoin? «Anche con il cambio franco-euro abbiamo avuto non pochi problemi», ricorda in tv Markus Meilli, direttore dell’Ente Turistico della località grigionese. «E contrariamente ad altri pagamenti elettronici, ovvero quelli con le carte di credito, con il bitcoin non c’è alcun intermediario cui lasciare parte del guadagno». Ecco lo spirito degli affari svizzero. E poco importa se la criptovaluta è balzata da mille a 17 mila dollari in 12 mesi. La mossa va letta anche in chiave pubblicitaria: «Tutti parlano di digitalizzazione, noi abbiamo deciso di essere dei precursori in questo campo», ha spiegato ancora Meilli.
In Svizzera, sono già 200 le aziende che accettano pagamenti in Bitcoin oltre che in franchi e in euro. A Chiasso, per esempio, la criptovaluta potrà essere utilizzata per pagare le imposte fino a un importo equivalente a 250 franchi, poco più di 200 euro. Anche se non sono tutti entusiasti, come invece, i responsabili di Lenzerheide, altra importante stazione invernale del Canton Grigioni. «Lo utilizzerebbero in pochi e ci comporterebbe un lavoro supplementare con il sistema informatico, che sollecitiamo già a sufficienza, per stare dietro alle parità tra il franco e le altre valute», ha commentato Peter Engler. «Ci manca solo il Bitcoin».